Come comportarsi in caso di ritardi nel pagamento della Naspi? Ecco cosa fare se non avete ancora ricevuto l’accredito.
Come in molti sanno l’erogazione della Naspi è prevista in un lasso temporale compreso tra il 3 ed il 10 del mese; ma in talune situazioni, il pagamento potrebbe non avvenire nei tempi ed essere in ritardo, lasciando i percettori a chiedersi quando arriverà. Come bisogna procedere, dunque, nel caso in cui la Naspi non sia stata ancora versata dopo il 10 del mese di luglio?
Le date sono infatti soggette a possibili variazioni che fanno capo alla data nella quale la domanda viene presentata. Per tale motivo si può escludere, almeno in buona parte dei casi, che il ‘ritardo’ sia legato ad una possibile sospensione del pagamento o ad altre problematiche.
Ritardo pagamento Naspi, a cosa è dovuto? Le possibili cause
Bisogna dunque aspettare fino alla fine del mese perché l’indennità di disoccupazione potrebbe essere versata anche nel corso dell’ultima giornata di luglio. Quando invece il pagamento della Naspi non avviene entro il mese, la possibilità che il ritardo sia legato ad una sospensione per una ragione che andrà chiarita, è più concreto. Solitamente un ritardo di questo tipo riguarda chi ha presentato da poco la domanda e attende il primo accredito, insomma i ‘neo beneficiari’ dell’indennità.
Pertanto non sempre, anche in questo caso, la ragione è imputabile ad una sospensione ed il pagamento potrebbe semplicemente traslare di alcune settimane rispetto alle date previste per i vecchi beneficiari. Per averne la certezza è però consigliabile mettersi in contatto con l’ente preposto per capire se sia effettivamente così o se sia stata disposta una sospensione del pagamento.
Le cause del ritardo possono essere molteplici e ve ne elenchiamo alcune: anzitutto la ragione potrebbe essere legata ad uno o più errori nella compilazione della domanda. Questo può capitare in particolare ai neo beneficiari che nel presentare la richiesta di disoccupazione potrebbero aver omesso o scritto in modo errato alcuni dati.
Le cause del ritardo
Un altro motivo è legato alla mancata stipula o rinnovo del Patto di Servizio Personalizzato: si tratta di un accordo che ogni lavoratore disoccupato deve siglare entro 15 giorni dalla presentazione della domanda di disoccupazione all’Inps ed è tenuto a farlo presso il Centro per l’impiego. Terza possibile causa del ritardo è legata alla mancata comunicazione dei contributi Emens o del modello Dmag per i lavoratori agricoli da parte del datore di lavoro. Oppure a seguito del mancato invio all’Inps, in caso di dimissioni per giusta causa, della contestazione inviata al datore di lavoro, essenziale affinché i diritti e le prestazioni vengano riconosciuti.