Per agosto dovrebbero arrivare alcune importanti novità sulle pensioni: le modifiche già autorizzate da Governo e INPS devono solo trovare attuazione.
Il Governo sta ragionando su come modificare le pensioni attraverso una revisione dei requisiti di uscita. Secondo la maggioranza c’è bisogno di rendere più flessibile un sistema troppo rigido. Ed entro questa settimana dovrebbero arrivare delle decisioni definitive.
Il 26 luglio c’è stato appunto un ultimo incontro tra le parti sociali e l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale per discutere della situazione. In precedenza ci sono stati già altri incontri, per discutere delle misure dedicate alle donne e alla previdenza complementare. Il Governo ha illustrato il proprio piano per alleggerire i vincoli che limitano il pensionamento dei cosiddetti “contributivi puri“, cioè dei lavoratori che hanno cominciato l’attività dopo il 31 dicembre 1995.
Proprio questi lavoratori potrebbero dunque essere interessati dalle importanti novità in programma per le pensioni. L’obiettivo potrebbe essere centrato al termine dell’istruttoria avviata dall’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale. Questo organismo tecnico voluto dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, punta a trasformare in legge la proposta per settembre in vista della definizione della manovra autunnale.
Le novità sulle pensioni potrebbero entrare dunque in vigore per il 2024, ma bisogna prima studiare a livello economico la loro fattibilità: le risorse economiche disponibili saranno rese note dopo la presentazione da parte del Governo della Nadef, la Nota di aggiornamento al Def.
Il Governo punta ancora su Quota 41 per permettere a tutti di andare in pensione solo 41 anni di contributi e senza necessità di raggiungere alcun requisito anagrafico. In tal senso dovrebbe tornare in auge il calcolo della pensione finale solo con sistema contributivo. La misura, secondo le stime, costerebbe circa 4 miliardi solo per il primo anno.
Tra le ipotesi in discussione c’è anche Quota 96, che permetterebbe di andare in pensione a 61 anni d’età e con 35 anni di contributi. Ovviamente, una simile modalità di uscita sarebbe sostenibile, come detto più volte, solo per alcune categorie: come i lavoratori connessi ad attività gravose e usuranti.
Già ad agosto alcuni pensionati potranno beneficiare di alcuni importanti novità. Ci sarà un aumento della pensione minima. Da 563,74 si passa a 572,20 euro. E per gli over 75 da 563,74 a 599,82 euro. Poi, sempre ad agosto, saranno pagati gli aumenti a chi non li ha percepiti a luglio. Arriveranno contestualmente anche i dovuti arretrati dallo scorso mese di gennaio.
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