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Diffida ad adempiere: attentissimo a come funziona e cosa non sbagliare per evitare guai

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Elinor Scoltock

Guida alla diffida ad adempiere: come funziona e come è meglio comportarsi per evitare spiacevoli conseguenze.

La risoluzione del contratto rappresenta lo strumento giuridico per sciogliere un accordo che non è stato rispettato da una delle parti coinvolte. Tuttavia, per avvalersi di tale strumento, è necessario dimostrare la gravità dell’inadempimento, poiché un semplice contrattempo non è sufficiente per annullare un contratto legalmente vincolante.

contratto risolto
La risoluzione del contratto avviene quando un accordo non è stato rispettato (ilovetrading.it)

Ad esempio, il ritardo di un solo giorno nel pagamento di una rata non costituisce un motivo valido per la risoluzione, a meno che nel contratto non sia specificato diversamente. La risoluzione del contratto comporta anche il diritto al risarcimento dei danni, ma solo se si dimostra che un effettivo pregiudizio economico è stato subito.

Diffida ad adempiere: funzionamento e come comportarsi

La diffida ad adempiere è una comunicazione formale attraverso la quale la parte non inadempiente assegna all’altra un termine perentorio entro cui eseguire la prestazione pattuita, altrimenti il contratto verrà risolto. Trascorso senza risultato il termine assegnato, il contratto si considera risolto, a meno che la controparte dimostri che il proprio inadempimento non è così grave da giustificare la risoluzione. La diffida ad adempiere serve a chiarire le posizioni delle parti nell’esecuzione del contratto e avvisa l’inadempiente che l’altra parte non tollererà ulteriori ritardi nell’adempimento e che ha scelto la strada della risoluzione del contratto in caso di inutile decorso del termine fissato.

sciogliere il contratto
La diffida ad adempiere determina il termine perentorio entro cui il contratto verrà sciolto (ilovetrading.it)

La risoluzione del contratto comporta lo scioglimento del vincolo contrattuale a causa dell’inadempimento di una delle parti coinvolte. In sostanza, si tratta dell’annullamento dell’accordo dovuto alla condotta colpevole di uno dei contraenti. La richiesta di risoluzione deve essere presentata al giudice, che deve accertare la sussistenza delle condizioni che la legittimano. La legge stabilisce che la risoluzione non può avvenire se l’inadempimento della parte non è grave, quindi solo un inadempimento di rilevante importanza giustifica lo scioglimento del contratto.

L’importanza dell’inadempimento

Anche per la diffida ad adempiere è necessaria la condizione dell’importanza dell’inadempimento, quindi la parte diffidata può contestare in tribunale che la risoluzione è illegittima poiché il proprio inadempimento è di scarsa importanza e non giustifica lo scioglimento del contratto. In altre parole, la risoluzione del contratto a seguito della diffida ad adempiere deve essere condizionata alla contestazione di un grave inadempimento della controparte riguardante una prestazione considerata essenziale nell’economia generale dell’accordo.

Diversamente, la clausola risolutiva espressa non consente all’inadempiente di opporsi poiché le parti hanno stabilito sin dall’inizio che l’inadempimento di una certa obbligazione sarà causa di risoluzione del contratto. Inoltre, se il “diffidante” è anche lui inadempiente, la diffida ad adempiere non comporta la risoluzione del contratto.

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