C’era da aspettarselo: è arrivata l’ennesima stangata sui mutui: le famiglie pagheranno 212 euro circa in più ogni mese. La situazione appare sempre più grave.
Su un finanziamento di 115.000 euro esteso in 25 anni la rata mensile è aumentata del 44%. In base alle stime dell’Osservatorio Federconsumatori, l’aumento medio è quindi del 44% rispetto al 2022 e del 64% rispetto al 2021. E l’aumento si traduce in un aggravio di 212,43 euro al mese sullo scorso anno. A livello annuale, sono 2.549,16 euro in più.
Come nascono questi aumenti sempre meno sostenibili per le famiglie già fiaccate dall’inflazione? Esiste una soluzione per far fronte alla stangata? Ciò che è certo è che la corsa all’aumento delle rate dei mutui non si arresterà presto. E chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile continuerà a conoscere rincari. Per ora la rata è aumentata mediamente di +212,43 euro al mese rispetto al 2022, ma potrebbe continuare a salire.
L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che da anni monitora i costi dei mutui (a tasso variabile e a tasso fisso), ha denunciato la situazione e lanciato l’allarme: molte famiglie sono in ginocchio. La situazione dipende dal continuo rialzo dei tassi operato dalla BCE per arginare l’inflazione. E, come previsto, la mossa ha determinato ripercussioni sempre più gravi per i contribuenti.
La categoria più colpita è quella di chi ha contratto mutui a tasso variabile. Ecco perché è possibile parlare di una vera e propria emergenza, con tante persone che non sanno come poter pagare le rate e a chi chiedere aiuto. Gli effetti principali sono palesi nel rialzo delle rate di prestiti e finanziamenti, ma sono i mutui a subire gli aumenti più elevati. In tanti avevano approfittato delle condizioni vantaggiose dei tassi variabili e ora si trovano in difficoltà.
La rata mensile dei mutui ha subito un aumento medio del +44%: 212 euro al mese in più
Secondo i calcoli, scegliendo un mutuo a tasso fisso al posto di un mutuo a tasso variabile, i cittadini ora in difficoltà avrebbero affrontato una rata più costosa mediamente del 6% rispetto a quella di un finanziamento alle stesse condizioni stipulato nel 2022. Mentre rispetto al 2021 l’incremento è del 31%.
Tornando all’esempio del tasso fisso di 115.000 euro della durata di 25 anni siglata nel 2023, si ottiene una spesa mediamente più alta di 9.916,20 euro rispetto al 2022. Quindi il problema è generalizzato. L’Osservatorio auspica quindi che la politica intervenga per ampliare il fondo di solidarietà Gasparrini per i mutui sulla prima casa e consentire l’accesso anche a coloro che sono in ritardo di oltre 90 giorni con i pagamenti.
La nota positiva arriva invece dalla decelerazione dell’inflazione nel mese di giugno, influenzato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici. Nei primi sei mesi 2023 la variazione media dell’indice dei prezzi è stata pari a +8,1%: si conferma dunque il progressivo rallentamento dei prezzi.