Arriva la stangata dal governo: la pensione slitta a 71 anni, e sono tutti affetti da questo cambiamento. Ecco cos’è successo.
Che la pensione non rispetti le aspettative è, purtroppo, una realtà che molti hanno già riscontrato. Dopo anni di lavoro, infatti, è molto comune ritrovarsi con pensioni così basse da non permettere una vita dignitosa. Ma non solo, perché a volte la pensione arriva molto più tardi di quanto previsto. È il caso di oggi, dove descriveremo lo scenario in cui si trovano molti lavoratori, che non vedranno la pensione prima dei 71 anni.
Le pensioni anticipate si raggiungono attraverso carriere lavorative e contribuzioni durati più di 40 anni. Quando si parla di pensione anticipata ordinaria si parla di una pensione che si può prendere a qualsiasi età, ma richiede di raggiungere 42,10 anni di contributi versati (o 41,10 per le donne). Le pensioni di vecchiaia, invece, iniziano a 67 anni con 20 anni di contributi.
Queste misure ordinarie hanno dei requisiti ben chiari, e si applicano a soggetti specifici. La pensione anticipata è per chi ha iniziato a lavorare presto, e ha avuto una carriera lunga e ininterrotta. La seconda è per la maggior parte dei lavoratori, che una volta raggiunta l’età pensione possono riposare, assumendo che abbiano raggiunto i contributi necessari. Esiste, però, una terza categoria, che non vedrà la pensione prima dei 70 anni. Ecco di chi si tratta.
Esistono due categorie che non vedranno la pensione prima dei 71 anni, e si tratta in entrambi i casi di persone che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Chi non ha contributi versati da quella data, infatti, dovrà fare i conti con la riforma Formero, entrata in funzione nel 1996. Chi non ha raggiunto i 20 anni di contributi a 67 anni non avrà accesso alla pensione.
Per queste persone la quiescenza dei contributi versati si apre a 71 anni, quindi in teoria bastano anche solo 5 anni di versamenti contributivi. Ci sono, però, anche casi di persone con 67 anni e 20 anni di contributi che vedranno la pensione slittare. Questo perché chi ha contributi solo dal 1996 in poi deve avere una pensione pari o superiore ad 1,5 volte l’assegno sociale, che oggi è pari a 503 al mese circa. Questo vuol dire che nel 2023 chi non raggiunge i 754 euro al mese non può andare in pensione a 67 anni, e dovrà attendere i 71 anni.
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