L’anzianità contributiva influisce sulla cifra dell’Assegno ordinario di invalidità. Come si calcola la prestazione?
L’Assegno ordinario di invalidità è una misura economica riconosciuta dall’INPS ai lavoratori con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 67%. Si tratta di una prestazione previdenziale e, dunque, dipende dall’anzianità contributiva posseduta.
In particolare, sono necessari 5 anni di contributi, di cui almeno 3 accreditati nel quinquennio precedente alla presentazione della domanda.
L’ammontare dell’Assegno ordinario di invalidità si determina con i sistemi di calcolo utilizzati per la pensione ordinaria e, cioè, quello misto, se il beneficiario ha contributi versati sia prima sia dopo il 1996 oppure quello contributivo puro, se i versamenti sono stati accreditati interamente dal 1° gennaio 1996.
È opportuno, tuttavia, specificare che l’Assegno ordinario di invalidità non può essere percepito da coloro che decidono di usufruire della pensione anticipata. Chi, infatti, decide di smettere di lavorare senza dover attendere i requisiti per la pensione di vecchiaia dovrà dire addio alla prestazione.
La scelta, però, non può essere effettuata in qualsiasi momento perché, dopo 3 rinnovi consecutivi, l’Assegno diventa permanente. In questo caso, non vi si potrà rinunciare e sarà necessario attendere la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
Importo dell’Assegno ordinario di invalidità con 30 anni di contributi: come si calcola?
Per capire in che modo si determina la cifra dell’Assegno ordinario di invalidità, è utile fare degli esempi.
Un lavoratore ha 67 anni di età e, per 30 anni consecutivi, senza alcuna interruzione, ha ricevuto la prestazione previdenziale.
Ha maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia. Come si calcola? Sicuramente con il metodo misto, perché avrà contributi precedenti al 1996. Supponiamo che abbiamo 3 anni di versamenti fino al 31 dicembre 1995 e 27 anni dal 1996.
L’importo scaturirà dalla somma di due quote. Per la prima si utilizza il sistema retributivo. Si moltiplicano i 3 anni di contribuzione per l’aliquota del 2% e il risultato si moltiplica, a sua volta, per la retribuzione annua (mettiamo il caso sia di 25 mila euro). Avremo un valore di 1.500 euro.
Per la seconda quota, invece, si utilizza il sistema contributivo. Per ciascun anno lavorativo, si accumula il 33% di montante contributivo. Il 33% di 25 mila euro è pari a 8.250 e, moltiplicato per 27 anni di contribuzione, porta a 222.750 euro.
Su quest’ultimo valore si applica il coefficiente di trasformazione, pari al 5,72% a 67 anni. Avremo un importo di 12.741,30 euro che, sommato ai 1.500 euro della prima quota, determinerà una pensione finale di 14.241 euro, corrispondente a 1.100 euro lordi al mese, ossia circa 750 euro netti.
Con uno stipendio lordo annuo di 30 mila euro, invece, l’Assegno ordinario di invalidità, con 30 anni di contribuzione, sarebbe di quasi 1.000 euro netti al mese.