La misura d’emergenza del prelievo forzoso è una delle più temute dagli italiani. Ecco quando e come lo Stato può applicarla.
Tra i peggiori incubi di tutti noi c’è di sicuro quello di svegliarsi una mattina e scoprire che tutti i nostri soldi se li è presi lo Stato. Quella del prelievo forzoso dai conti correnti è una misura che ha un precedente storico che nessuno si augura di rivivere.
Il prelievo forzoso è in assoluta la peggiore e più oppressiva delle possibilità a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per poter rientrare dei propri crediti con i contribuenti. La storia ci ha consegnato un precedente storico molto preoccupate quando, sotto il Governo di Giuliano Amato, il Governo ha proceduto con pochissimo anticipo a prelevare direttamente dai conti correnti dei cittadini parte dei loro risparmi. Purché si tratti di una misura di emergenza con pochissime possibilità di applicazione c’è sempre la possibilità che venga utilizzata ed è bene sapere come difendersi.
Il prelievo forzoso può essere applicato come ultima speranza dal Fisco per recuperare un credito contratto con un contribuente e non pagato per molto tempo. Si tratta di una misura anche più drastica del pignoramento del conto corrente per cui ci sono numerose tutele per il contribuente debitore.
Si è tornati a parlare di prelievo forzoso recentemente a causa di una dichiarazione di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ha dichiarato che con la nuova legge delega fiscale il Governo intende entrare direttamente nei conti correnti degli italiani. A questo è seguito l’ulteriore messaggio secondo cui Renzi si farebbe personalmente carico di proporre un emendamento per annullare questo prelievo forzoso.
Renzi fa riferimento all’articolo 16 del testo della legge delega che parla di razionalizzazione e automazione della procedura dei pignoramenti dei rapporti finanziari. In sostanza si tratta di una parte del processo di digitalizzazione delle procedure burocratiche. In questo ambito si tratta di una automazione della procedura di ricerca e individuazione dei beni in possesso a un debitore del Fisco che possono essere pignorabili. Questa possibilità è stata interpretata come la volontà del Governo di mettere direttamente le mani nei conti correnti.
Già da qualche hanno il Fisco può rivolgersi all’Anagrafe dei Conti Correnti per sapere subito quali siano i conti correnti intestati a ogni cittadino che deve pagare delle tasse o delle multe arretrate. La legge delega prevede di automatizzare il processo di ricerca del conto stesso. Inoltre grazie alla legge delega si abbatterebbe quella barriera che impedisce all’Agenzia di sapere quanto contiene il conto corrente di una persona e quindi capire se il pignoramento è applicabile in primo luogo.
Alle parole di Renzi ha subito risposto il Viceministro all’Economia Maurizio Leo, che ha definito tutta la storia sollevata come “una tempesta in un bicchier d’acqua“, chiarendo che non è quello definito da Renzi l’obiettivo della legge delega. Il meccanismo infatti discende, secondo Leo, dal Codice di procedura civile e si applica anche ad altri casi in cui non c’entra lo Stato.
La procedura, insomma, verrebbe solo velocizzata e non potenziata in modo che lo Stato abbia uno strumento per prelevare soldi dai conti correnti. Questa è una cosa che può già fare e che continuerà a fare sotto tutte le condizioni e i limiti imposti dalla Legge.
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