Sapete che esiste una norma che rende possibile richiedere la cassa integrazione a causa del troppo caldo? Ecco quali sono i requisiti per poterlo fare
La norma esiste da molto tempo ma, complice il gran caldo torrido dell’ultimo periodo, in molti l’hanno di fatto scoperta solo di recente. Si tratta di una forma di tutela per i lavoratori, in quelle giornate caratterizzate da temperature estremamente elevate e potenzialmente rischiose dal punto di vista della salute umana. Ebbene in tali condizioni è possibile richiedere la cassa integrazione ordinaria e, di fatto, non lavorare ma restando tutelati dal punto di vista della copertura economica.
Questa possibilità non è però rivolta a tutti ma solo ad alcune specifiche categorie di lavoratori e con altrettanto specifici requisiti. Occorre anzitutto ricordare che la proposta che a molti sembra nuova è in vigore addirittura dal 2017: un contributo economico pagato dallo Stato e versato dall’Inps va di fatto a sostituire o integrare la retribuzione nel caso di caldo insostenibile.
Con temperature superiori ai 35 gradi, come previsto nella norma. Se da un lato esiste la cassa integrazione ‘classica’ della quale possono usufruire gli operai ma anche impiegati, quadri e apprendisti (mentre restano esclusi i lavoratori e domicilio e i dirigenti), la cassa integrazione per il caldo è riservata ad una cerchia più ristretta di dipendenti. Essa riguarda in particolare tutte le attività che devono essere svolte all’aperto, senza riparo dal sole come i lavori di stesura del manto stradale o di rifacimento di facciate e tetti.
Ma anche lavorazioni all’aperto che necessitano di indumenti protettivi e altre attività in luoghi non proteggibili dal sole. Tra le altre attività i cui lavoratori possono fare richiesta di cassa integrazione vi sono le professioni che richiedono l’impiego di macchinari o materiali sensibili al forte calore. Ed anche alcune lavorazioni al chiuso, quelle che avvengono in ambienti privi di sistemi di ventilazione o raffreddamento per ragioni imprevedibili e non imputabili al datore di lavoro.
L’Inail specifica in un decalogo ad hoc intitolato “Esposizione a temperature estreme e impatti sulla salute e sicurezza sul lavoro”, che con temperature superiori a 35 gradi “possono determinare l’accoglimento della domanda“. Questo sia nel caso di temperature effettive che percepite (pertanto anche inferiori ai 35 gradi rilevati in questo secondo caso). L’Inail ricorda a tal proposito che le temperature percepite possono essere ricavate “dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale”.
La domanda di cassa integrazione ordinaria per il caldo deve essere presentata dal titolare dell’azienda dietro indicazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Andranno indicati i giorni di sospensione o riduzione del lavoro e quali attività si sarebbero dovute svolgere.
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