L’importanza del ticket di licenziamento: scopriamo se ne hai diritto e come funziona il contributo NASpI.
Il contributo di licenziamento, noto anche come contributo NASpI, è un obbligo per le aziende in caso di interruzione del rapporto di lavoro di dipendenti a tempo indeterminato che hanno diritto all’indennità di disoccupazione NASpI.
Se sei un datore di lavoro e devi licenziare dipendenti o una lavoratrice madre che vuole dimettersi prima del compimento dell’anno del figlio, devi conoscere il “ticket di licenziamento”. Questo contributo serve a finanziare la NASpI e a scoraggiare licenziamenti senza giusta causa.
Ticket di licenziamento: come funziona e chi ne ha diritto
Il ticket di licenziamento va pagato quando il lavoratore perde il lavoro in modo non colposo e ha i requisiti per accedere alla NASpI. Riguarda licenziamenti individuali o collettivi, dimissioni volontarie o mancata trasformazione di un apprendistato in contratto a tempo indeterminato. Per accedere alla NASpI, il dipendente deve essere disoccupato involontariamente, aver versato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti (compresi i contributi figurativi) e avere almeno 300 giornate di lavoro nei 12 mesi precedenti la disoccupazione.
Il ticket di licenziamento va pagato anche se il dipendente licenziato o dimesso decide di non richiedere la NASpI, ad esempio perché ha già trovato un altro lavoro. Non è finalizzato al risarcimento del lavoratore per la perdita del posto, ma a finanziare la NASpI e scoraggiare licenziamenti ingiustificati. Alcuni casi sono esclusi dal pagamento del ticket di licenziamento, come le dimissioni volontarie, risoluzione consensuale del rapporto, collaboratori domestici, operai agricoli, operai extracomunitari stagionali, scadenza naturale di contratti a termine, decesso del dipendente, cambio d’appalto, fine cantiere nel settore edile.
L’importo del ticket di licenziamento corrisponde al 41% del massimale mensile della NASpI, da versare ogni 12 mesi di anzianità aziendale. Per lavoratori con anzianità superiore a 36 mesi, la somma è triplicata. Se il rapporto è durato meno di un anno, l’importo si calcola dividendo per 12 e moltiplicando per i mesi effettivamente lavorati. Il pagamento avviene tramite modello F24 insieme agli altri contributi entro il 16 del mese successivo all’interruzione del rapporto di lavoro.
Per il licenziamento collettivo, il ticket di licenziamento viene calcolato diversamente. Si verifica quando un’azienda licenzia almeno 5 dipendenti in 120 giorni a causa di crisi, ristrutturazione o chiusura. Il licenziamento collettivo richiede una procedura specifica, seguendo criteri come carichi di famiglia, anzianità di servizio ed esigenze produttive aziendali. Il pagamento varia se l’azienda è coinvolta in cassa integrazione straordinaria (importo raddoppiato) o licenziamenti senza accordo sindacale (importo triplicato).