Il 2024 sarà un anno di tasse per gli italiani, molte delle quali imposte dall’UE: le famiglie spenderanno per le case, le auto, i biocarburanti e l’eredità.
A maggio 2024 si terranno le nuove elezioni europee, ma prima della scadenza del mandato la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen ha in progetto di completare tutte le riforme strutturali studiate e discusse durante gli anni di reggenza. Dal punto di vista fiscale, è molto probabile che nuove tasse si possano abbattere dall’UE sugli italiani.
Di certo ci sarà un altro rincaro dei tassi, inserito in un piano di ristrutturazione del sistema bancario e di sostanziale ritorno dell’austerità. Inoltre sono previste stangate per quanto riguarda le regole di bilancio, il disegno case green, lo standard euro 7 per le auto e le nuove misure per tassare le eredità.
La Commissione europea punta innanzitutto a una revisione del Patto di stabilità e crescita per porre le nuove basi delle regole di bilancio per tutta l’Europa. L’UE imporrà probabilmente dei metodi di rientro per i deficit che sforano il 3% del rapporto debito/PIL, per i debiti pubblici oltre il 60% del PIL e i livelli di crescita dell’economia.
Arriveranno dunque nuovi controlli volti a stimare la sostenibilità del bilancio dei Paesi comunitari. Si parla anche di un taglio annuo di un ventesimo dei debiti eccedenti la quota del 60% in rapporto al PIL. Il Governo Melodi contesta questi automatismi e punta a difendere della flessibilità. I Paesi del Nord sono però per una maggiore austerità, e si immagina che l’Italia sarà in minoranza.
Tasse in arrivo dall’UE: pericolo stangata per gli italiani
Ciò che più preoccupa l’esecutivo italiano in questo momento è la direttiva Case green, che potrebbe imporre obblighi di ristrutturazione per tutte le abitazioni vecchie: secondo alcuni calcoli, più del 60% degli immobili italiano dovrebbe essere investito dal progetto.
Si tratta di portare a classe energetica D tutti gli immobili che sono poco efficienti entro il 2033. Per l’Italia, l’adeguamento potrebbe costare fino a 60 miliardi di euro. Per la destra si tratta di una spesa non giustificata e soprattutto insostenibili. Per l’Europa si tratta invece di una grande occasione per ammodernare il Paese, ridurre gli sprechi e l’inquinamento e generare lavoro.
La Meloni punterà a rimandare la direttiva a dopo le elezioni europee del 2024. Ce la farà? Sembra complicato. Anche perché c’è anche un altro pericolo per l’Italia: nuove tasse UE sulle auto, per bloccare la produzione e la vendita di auto inquinanti. Dopo questa novità, per forze di cose, aumenteranno i costi di produzione di automobili, furgoni, camion e autobus.
Il progetto è che tutte le case automobilistiche producano entro il 2035 solo auto elettriche. E l’Italia teme una specie di catastrofe industriale (anche se il settore automobilistico non è più presente massicciamente nel nostro Paese da anni). Arriveranno poi le tasse sulla plastica e sulle eredità, sempre dopo delle direttive UE criticate dal Governo Meloni.