Incredibili aumenti degli stipendi da luglio in avanti. Diversi fattori incideranno sugli incrementi. Vediamo di cosa si tratta.
Luglio sarà un mese felice non solo per i pensionati ma anche per milioni di lavoratori che riceveranno stipendi molto più alti. In questo articolo vi spieghiamo cosa accadrà a partire da luglio.
Di fronte a beni di prima necessità sempre più costosi e potere d’acquisto sempre più ridotto all’osso, il Governo Meloni ha deciso di intervenire. È ora di agire con misure più strutturali rispetto ai bonus. I bonus possono rappresentare un “salvagente ” temporaneo ma non possono essere interpretati come la soluzione definitiva al problema.
L’unico modo per dare nuovo slancio all’economia è ridare potere d’acquisto alle famiglie e il modo per riuscirci è aumentare stipendi e pensioni. Per quanto riguarda le pensioni è stata approvata la rivalutazione degli assegni pari o inferiori a 563,74 euro, cioè al trattamento minimo previsto per il 2023. Ma anche gli stipendi saranno soggetti ad importanti incrementi per diversi fattori.
Stipendi: ecco tutti gli aumenti
Il nuovo decreto Lavoro ha introdotto importanti novità che andranno ad incidere sulle buste paga di milioni di lavoratori dipendenti. Vediamo, allora, cosa cambierà da luglio in avanti.
La prima misura che inciderà in maniera positiva sugli stipendi, è il taglio del cuneo fiscale che passerà dal 3% al 7% per i redditi fino 25.000 euro l’anno e dal 2% al 6% per i redditi fino 35.000 euro l’anno. Oltre all’innalzamento di queste percentuali, a luglio per i lavoratori il cui contratto lo prevede, arriverà la quattordicesima.
Altra importantissima novità introdotta dal decreto Lavoro: i dipendenti con figli minori a carico potranno beneficiare della detassazione dei fringe benefit fino a 3000 euro. Rientrano nella categoria dei fringe benefit i buoni pasto e per gli acquisti, il telefono, il computer e l’auto aziendale, i buoni carburante, alloggi dati in uso ai dipendenti, le polizze assicurative extraprofessionali.
Ma non è tutto: a Palazzo Chigi si sta valutando la possibilità di detassare gli straordinari e ridurre la pressione fiscale sulla tredicesima. L’ipotesi che sta prendendo piede è quella di un’aliquota al 15% sulla tredicesima mensilità. Va da sé che, se questa misura verrà approvata, i lavoratori dipendenti a dicembre avranno una busta paga molto più sostanziosa.
Infine si prevedono novità anche per quanto riguarda il Tfr, cioè il Trattamento di fine rapporto. L’Esecutivo sta pensando ad una detassazione sia dell’anticipo sia della liquidazione complessiva del trattamento. Altra ipotesi in ballo sarebbe quella di detassare il Tfr ma solo per quei lavoratori dipendenti che decidono di destinare i soldi ad un fondo pensione. Misura, quest’ultima, volta ad incentivare le pensioni complementari con le banche o con le agenzie assicurative in modo da dare un po’ di respiro alle casse dell’Inps per gli anni che verranno.