L’arrivo di una cartella esattoriale non implica il pagamento obbligato entro i sessanta giorni: ci sono casi in cui è nulla. Ecco quando può essere annullata.
Ci sono dei difetti contenutistici o formali che il contribuente può sfruttare per dimostrare che la cartella esattoriale è ingiusta o non correttamente notificata. In pratica, dimostrando che c’è qualcosa che non va nella motivazione oppure la presenza di difetti di notifica, il pagamento può saltare.
Ciò significa che è sempre possibile intervenire per evitare un pagamento. Bisogna tuttavia sapere individuare errori e inesattezze. Ovviamente, per procedere secondo legge, è anche necessario seguire la giusta procedura per l’annullamento della cartella in autotutela.
In caso di dubbio è dunque sempre meglio rivolgersi a un professionista, per esempio un avvocato o un commercialista. Ma nulla impedisce che si possa procedere in autonomia. In generale, attraverso l’autotutela si chiede all’ente di correggere il proprio errore. E a quel punto l’ente dovrebbe annullare in tutto o in parte il debito, inviando poi all’Agenzia lo sgravio, ossia l’ordine di annullare il debito.
In alternativa ci si può rivolgere a un giudice. O, ancora, si può inviare una richiesta di sospensione della riscossione all’Agenzia stessa che poi, come anticipato, farà da tramite con l’ente creditore interessato per l’annullamento.
Come annullare una cartella esattoriale: i particolari su cui porre attenzione
In quanto atto amministrativo la cartella esattoriale ha sempre la funzione di rendere note le iscrizioni a ruolo delle somme da versare e quindi ottenere la riscossione degli importi dovuti. L’atto è anche esecutivo, e dopo la sua notifica, può offrire all’agente di riscossione la possibilità di portare avanti prelievo coettivo del dovuto.
Ma dato che abbiamo a che fare con un atto amministrativo, la notifica deve essere motivata. Questo fondamentale principio è desumibile dall’articolo 3 della legge 241 del 1990, ma anche e soprattutto dall’articolo 7 della legge 212 del 2000, meglio conosciuta come Statuto del contribuente.
Se la motivazione non è chiara o non è giustificata (o non risponde al vero), il contribuente può dunque ottenere l’annullamento dell’atto. La Corte di Cassazione con l’ordinanza n° 31270/18 ha sottolineato che la motivazione della cartella esattoriale deve essere congrua, sufficiente, intellegibile. Lo stesso succede se la cartella contiene degli errori. Per esempio la notifica a persona diversa dal destinatario. Oppure se la notifica in sé è incompleta.
Ancora: se la notifica arriva a un contribuente defunto, a un persona non convivente con il destinatario o presso la residenza di un familiare non convivente diversa da quella del destinatario. L’annullamento c’è anche in caso di notifica a incapace o minore.