Il divorzio può essere un momento duro per una persona. Lo Stato decide di intervenire con un bonus apposito.
Un divorzio per un lavoratore può essere un duro colpo non solo al livello economico, ma anche psicologico. Specie se in presenza di figli può rivelarsi un processo lungo e doloroso per entrambe le parti, con gravi emorragie di denaro. Le aziende intervengono.
Per quanto esistano delle eccezioni a questa tendenza generale, un divorzio lascia spesso una traccia indelebile nella psiche e nelle finanze dei coinvolti. In alcuni casi un divorzio potrebbe essere estremamente semplice, con i due coniugi che hanno già preso preventivamente accordi nel caso di presentasse l’occorrenza e che non vede figli in mezzo a loro. Se ci sono di mezzo dei figli minorenni, infatti, la questione si complica enormemente perché ci sarà il problema dell’affidamento e della possibilità del genitore non affidatario di vedere i figli.
In questo caso la pratica di divorzio diventa un vero incubo perché in questo caso sarebbe obbligatorio per legge l’intermediazione degli avvocati, con una discussione tra questi ultimi che potrebbe andare avanti per mesi se i due coniugi non dovessero trovare un accordo accettabile. Tanto tempo passato con gli avvocati significa anche tanti soldi da mettere nel processo e anche molto più stress.
Il bonus per i consulti psicologici post divorzio
Mesi di contese possono avere un effetto devastante sulla capacità lavorativa di una persona sia sul momento che sul lungo periodo. Con il divorzio che è diventato un pratica sempre più comune nel nostro paese, si è reso necessario un intervento delle aziende per aiutare le persone che subiscono le conseguenze di un divorzio.
L’obiettivo del bonus divorzio è il benessere dei lavoratori. Molte aziende in tutta Italia hanno cominciato a introdurre una serie di benefit per i propri dipendenti per assistere nelle spese legali e di consulto psicologico per attraversare il momento di forte stress. Tra questi benefit si trovano anche congedi straordinari per quei lavoratori che hanno bisogno di tempo per trovare assistenza legale, mentre in altri casi le aziende propongono delle modalità di orario flessibile per il lavoratore per permettergli di occuparsi delle questioni personali legate al divorzio, alla gestione dei figli e altro.
Le assistenze per i dipendenti sotto divorzio sono state introdotte per la prima volta negli Stati Uniti a partire dal caso della casa editrice Hearst. L’azienda ha organizzato un servizio di assistenza legale e psicologica per i propri dipendenti (circa 12.000) che stanno attraversando un divorzio. Questo comportamento ha avuto un effetto positivo e potrebbe essere replicato anche altrove.
Gli esperimenti in Europa
Nel vecchio continente la pratica di assistere i dipendenti in corso di divorzio è già stata adottata da diverse aziende del Regno Unito. Aziende come PwC, Tesco, Unilever e Vodafone hanno già introdotto questa possibilità per i propri impiegati, garantendo una maggiore assistenza sul posto di lavoro per tutti quanti.
Per poter offrire questi servizi le aziende si affidano e collaborano con piattaforme di pagamento digitale che rendono il servizio più efficiente e veloce. Piattaforme come SupportPay rendono il servizio più efficiente, così come la collaborazione con realtà come Positive Parenting Alliance.