Sono possibili ulteriori rivalutazioni delle pensioni? Ecco che cosa si prevede per la seconda parte del 2023 in base al costo della vita
Come molti sanno l’inizio dell’anno è caratterizzato, per coloro che ricevono il trattamento pensionistico ed altre forme di assistenza sociale, dalla possibilità di ottenere qualche soldino in più. Questo per effetto della rivalutazione delle pensioni sulla base del costo della vita e, dunque, del tasso di inflazione rilevato nel corso dell’anno precedente. Oltre alla mensilità ‘classica’, ne beneficiano dunque anche coloro che ricevono la pensione di invalidità e l’assegno sociale.
Si tratta di un meccanismo di adeguamento che ha come scopo l’andare a contrastare l’aumento del costo della vita, non facendo dunque perdere ‘valore’ alle pensioni ricevute. Ebbene trovandoci ormai appieno nella seconda metà del 2023, è possibili iniziare a fare le prime valutazioni sulla prossima rivalutazione e capire se siano previsti o meno ulteriori aumenti.
Pensioni, nuovi aumenti nel 2024? Ecco chi prenderà fino a 127 euro in più
Per la rivalutazione viene considerato un tasso temporaneo nel corso dell’anno ma solo nell’anno successivo verrà poi applicata l’aliquota finale e qualora venisse rilevata una differenza sostanziale tra i due valori sarà previsto un aggiustamento ulteriore, sia al rialzo che al ribasso. Per quanto riguarda l’adeguamento pensionistico del 2024 andrà effettuato il riconoscimento della differenza tra l’aliquota effettiva dell’8,1& e quella provvisoria del 7,3% pari dunque allo 0,80%.
Se, dunque, il tasso di inflazione sta iniziando a ridursi dopo aver raggiunto tra il 2022 ed il 2023 livelli record (è passato dal 10 al 6,4% in sei mesi) non è da escludere che a conti fatti le pensioni possano aumentare ancora. Ad oggi il tasso di inflazione si attesa all’8,15% e dovrebbe raggiungere, secondo quanto riportato nel Documento di economia e finanza il 5,4% entro fine anno. Ma la nota di aggiornamento Def potrebbe adeguare il valore al rialzo oscillando tra il 5,5 ed il 6%.
Possibili aumenti pensioni: alcuni esempi
Ne deriva la possibilità di aumenti da parte dell’Inps per i trattamenti pensionistici in un range variabile tra i 55 ed i 127 euro al mese. L’aliquota piena, secondo quanto previsto dal cosiddetto sistema Meloni, sarà applicata alle pensioni il cui importo è inferiore a quattro volte il valore minimo di trattamento ovvero circa 2.100. La rivalutazione sarà invece parziale al di sopra di questa soglia con un tasso di rivalutazione, in base agli importi, dell’85, del 53, del 47, del 37 e del 32%.
Ecco alcuni esempi: una pensione di 1000 euro con rivalutazione tra il 5,5 ed il 6% potrebbe aumentare di 55-60 euro. L’incremento sarebbe di 82-90 euro per un assegno da 1.500 euro e di 110-120 euro per una pensione di 2.000 euro. Di contro un assegno di 2.500 euro vedrebbe un guadagno di 116-127 euro circa.