Un figlio può pretendere la stessa somma di eredità dell’altro? Ecco cosa dice la legge italiana al riguardo.
Dopo la morte di Berlusconi si è aperta la questione dell’eredità ai figli dell’ex presidente del consiglio deceduto il 12 giugno scorso. Gli eredi del Cavaliere sono 5, i suoi figli, poi c’è la questione Marta Fascina. I suoi eredi sono al lavoro con gli avvocati per determinare l’entità del patrimonio da distribuire.
In particolare, stanno cercando di capire se le donazioni ricevute siano effettive o necessitino di verifiche. La soluzione dunque sarebbe raggiungere un accordo tra le parti senza arrivare a cause legali o dispute. Ma cosa dice la legge sull’eredità? Ai figli spetta la stessa cifra? Ecco cosa dice la legge.
In tema di eredità ai figli spetta una quota legittima sul patrimonio, dando loro diritto a ottenerla anche a discapito del testamento. Può accadere che i genitori possano dare una quota non equa tra i figli e agevolare uno a discapito dell’altro. Questo perchè ogni individuo ha diritto di disporre come vuole dei suoi beni e le leggi consentono ai genitori di fare donazioni non equi.
Ciò è dovuto per differenti motivi, tra cui il rapporto tra i genitori e i figli ed è importante sottolineare che questo può causare certamente molte tensioni in famiglia. E’ fondamentale, dunque, che i genitori siano trasparenti ed equi nei confronti dei loro eredi e che tutti conoscano le motivazioni di questo trattamento ineguale.
E’ importante sottolineare che in molti Paesi ci sono delle leggi che limitano la libertà dei genitori nella distribuzione dei beni, come la quota legittima, che viene garantita ai figli e che varia da nazione a nazione, anche a seconda della cultura. E’ dunque importante sapere che l’Italia lascia libertà al genitore su chi vuole favorire o meno.
Uno degli esempi è quando il genitore muore, non ha moglie e lascia ai figli la sua eredità. Questi hanno diritto a due terzi del patrimonio, ma l’altro terzo viene chiamato “quota disponibile”. Il genitore defunto può aver deciso di devolvere la cifra a uno dei due figli e, dunque, avere una maggiore somma di beni o denaro.
Il figlio che ha avuto solo 1/3 del patrimonio non potrà impugnarlo e non ha alcun diritto di pretendere la somma del fratello. L’unica quota garantita ai figli è quella legittima. La legge dunque stabilisce che gli eredi non devono ricevere la stessa cifra dai genitori, né attraverso il testamento, né tramite donazioni, finché viene rispettata la quota legittima che dipende dalla presenza del coniuge e il numero dei figli.
Anche se il testamento viola la legittima, l’azione per la restituzione sarà limitata alla porzione ridotta della quota. Pertanto un figlio può ricevere più di altri anche se il testamento viene impugnato. In questi casi sarà il tribunale a decidere in base ai bisogni del figlio sono superiori a quanto concesso.
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