Casa dolce casa, o meglio: casa quanto mi costi. Possedere immobili in Italia significa avere a che fare con tantissime tasse. Tasse che, secondo i più, non investono però la prima casa.
Non è proprio così. Nessun immobile nel nostro Paese è detassato. Ciò significa che bisogna pagare tasse anche sulla prima casa. Ovviamente bisogna fare delle precisazioni, ovvero distinguere tra imposte da pagare al momento dell’acquisto e tasse quelle successive.
Di base, il legislatore tende a rendere meno cara la gestione della cosiddetta abitazione familiare. La prima casa gode sì di una tassazione agevolata, ma non è immune al pagamento di imposte iniziali e continue.
Si paga e si continua a pagare sia al momento dell’acquisto che successivamente. Nella fattispecie dell’acquisto di una prima casa le imposte da versare si diversificano a seconda che si acquisti con IVA o senza IVA.
Quando la compravendita avviene da un venditore privato o da un’impresa che vende in esenzione IVA si paga l’imposta di registro proporzionale al 2% del valore di acquisto. Poi va versata l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro. C’è pure l’imposta catastale in misura fissa (sempre 50 euro).
E se invece si acquista da un’impresa con vendita soggetta a IVA? In questo caso le imposte sono l’IVA al 4%, l’imposta di registro fissa a 200 euro e l’imposta ipotecaria fissa di 200 euro.
In riferimento all’IMU, ovvero l’imposta municipale unica, si sa che sulla prima casa non bisogna pagare. Ma non è sempre detto. Se l’immobile risponde a una categoria di lusso, l’IMU va pagato anche sulla prima casa.
Tasse da pagare anche sulla prima casa: sono più di quante immagini
Pagano l’IMU sulla prima casa le categorie catastali A1 (abitazioni di tipo signorile, ubicate in zone di pregio), A8 (ville, con giardini e parchi) e A9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici).
Chi ha la prima casa deve anche pagare l’IRPEF, nonostante la presenza di alcune detrazioni. L’imposta sul reddito delle persone fisiche, calcolata avendo come punto di riferimento i redditi prodotti nell’anno di imposta dal contribuente, si basa anche sulla rendita derivante da immobili.
La rendita catastale deve essere indicata all’interno del quadro “Terreni e Fabbricati” del modello 730 e del modello redditi Persone Fisiche. Per l’abitazione principale nella colonna 2 del Quadro “Terreni e Fabbricati” deve essere inserito il “codice 1”, per indicare proprio tale peculiarità.
L’abitazione principale è ovviamente quella in cui il contribuente o i suoi familiari (coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado) dimorano abitualmente. Ma anch’essa ha un peso per l’IRPEF e quindi è tassata, anche se in minima parte.