Che casa cambia con la conversione in legge del Decreto Lavoro? Ecco quali sono le 11 novità più importanti introdotte dal Governo.
Dopo che il Decreto Lavoro, approvanto lo scorso maggio, è diventato legge e ha trovato copertura finanziaria, gli italiani dovranno abituarsi a fare i conti con importanti cambiamenti: nuove regole sulle tasse e sul lavoro.
Le 11 novità sul lavoro in vigore già a luglio vanno dalla riduzione della pressione fiscale per i lavoratori all’introduzione di nuove misure volte all’inclusione sociale e all’accesso al mondo del lavoro.
Tutti in questi mesi hanno sentito parlare dell’intenzione da parte del Governo Meloni di dar forma a un taglio del cuneo fiscale per favorire l’aumento dello stipendi dei dipendenti. Si è anche discusso di fine del reddito di cittadinanza, di detassazione dei fringe benefit, di revisione dei contratti di assunzione a tempo determinato e di revisioni fiscali e rottamazione delle cartelle esattoriali.
Ovviamente, non tutte le novità rispecchiano il disegno di partenza, e solo la prova del tempo potrà dire se le nuove misure avranno senso e successo. Ma ecco nello specifico le novità più importanti.
11 novità introdotte dalla nuova legge sul Lavoro del Governo Meloni
La prima importante novità consiste in un ulteriore taglio del cuneo fiscale. L’esonero passa dal 2% al 6%, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro. E poi dal 3% al 7% se la retribuzione imponibile su base mensile di tredici mensilità non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro.
La seconda consiste nella revisione di alcune sanzioni amministrative, con la riduzione delle sanzioni amministrative per omesso versamento delle ritenute previdenziali. Tali sanzioni potranno essere rimodulate non più da 10.000 a 50.000 euro ma da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso. La terza novità consiste nell’aumento della soglia esentasse fino ai 3.000 euro per i fringe benefit (“compensi in natura”).
Ci sono poi anche importanti novità per i contratti di lavoro. Per esempio arriva il nuovo bonus assunzioni, con incentivi all’assunzione pari al 60% della retribuzione, per dodici mesi, per i datori di lavoro che assumono giovani di età inferiore ai trent’anni. A condizione che i nuovi assunti siano non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON.
Poi è ufficiale l’introduzione di nuove misure per dar origine a sistemi di maggior controllo per la sicurezza sul lavoro. Per la formazione sul lavoro, il Governo ha poi promosso l’istituzione dell’SFL, un nuovo supporto per la favorire l’ingresso al lavoro di soggetti di età compresa tra i diciotto e i cinquantanove anni di età.
Costoro devono essere cittadini attivabili al lavoro e con un reddito familiare non superiore a 6.000 euro annui. In più non devono avere i requisiti necessari per accedere all’assegno di inclusione.
Una novità di cui si è parlato tanto e parecchio controversa è appunto l’introduzione dell’assegno di inclusione al posto del reddito di cittadinanza. Coloro che perdono il reddito dovrebbero essere inseriti nel percorso dell’SFL, anche se l’intera dinamica è ancora un po’ oscura.
Poi c’è la sospensione della Cig con estensione anche e ai rapporti di lavoro entro sei mesi della disciplina valida per i rapporti di lavoro di durata superiore con stop al diritto all’integrazione salariale per le sole giornate di lavoro effettuate. Le ultime due importanti novità riguardando la maggiorazione dell’Assegno Unico per i vedovi e il ritorno della pensione di cittadinanza.