Un prezioso aiuto economico per rifare il bagno spendendo molto meno della metà: ecco come richiedere il bonus bagni e quanto si può risparmiare
Anche se il Superbonus 110% è ormai andato in pensione restano ancora diverse possibilità per intervenire sulla propria abitazione con lavori di ammodernamento sia dal punto di vista della ristrutturazione che dell’efficentamento energetico. E, in particolare, chi vuole rifare i bagni di casa ha la possibilità di accedere al cosiddetto bonus bagni che consente di ottenere un notevole risparmio sulle spese effettuate.
Anche i costi relativi a questi locali dell’immobile rientrano infatti tra le spese di ristrutturazione che permettono di ottenere detrazioni importanti, comprese tra il 50 e il 75%, fino al prossimo 31 dicembre 2024.
Bonus bagni, i due modi per ottenere l’agevolazione al 50 e al 75%
Di recente l’Agenzia delle Entrate ha confermato che gli interventi sui servizi igienici, compresi i bagni, possono essere inclusi nel bonus per le barriere architettoniche, che andrà a scadenza il 31 dicembre 2025, e che permette di ottenere una detrazione del 75% sugli interventi atti al miglioramento dell’accessibilità. Oltre all’alta detrazione, il recupero avviene in soli cinque anni anziché dieci ma attenzione al tetto di spesa massimo pari a 50mila euro.
Gli interventi possono essere effettuati sia sugli appartamenti siti in condomini che su abitazioni indipendenti come ville singole e bifamiliari. Tutti i proprietari di immobili, compresi i possessori di studi commerciali o uffici, possono richiedere il bonus barriere architettoniche ma occorre considerare la variabilità del tetto di spesa rientrante nel beneficio, variabile a seconda della categoria di immobile interessata dai lavori. In ogni caso la richiesta è svincolata dall’uso dell’immobile stesso.
Come funziona il bonus ristrutturazione sui bagni
La seconda opportunità per il recupero delle spese destinate agli interventi sui bagni è il bonus ristrutturazione. In questo caso la detrazione è più bassa rispetto a quella prevista con il bonus barriere architettoniche ma resta pur sempre rilevante. Si tratta infatti del 50% con recupero in dieci anni tramite rimborso Irpef ed erogazione di rate del medesimo importo. Il tetto di spesa massimo è molto più alto, pari a 96mila euro. In questo caso però il bonus non può essere applicato su studi commerciali e uffici ma solo sugli edifici residenziali. Inoltre deve trattarsi di interventi di manutenzione straordinaria, ovvero alle attività considerate come ristrutturazione.
Mentre i lavori di manutenzione ordinaria come ad esempio la semplice sostituzione di un lavandino, non rientrano in tale bonus e quindi non possono ottenere alcun rimborso. Importante è, al fine di poter ottenere l’agevolazione, effettuare i pagamenti in maniera tracciabile e con bonifico parlante, ovvero sul quale sia indicata la partita Iva dell’azienda che effettua i lavori. Dal comune occorrerà inoltre ottenere una CILA ovvero una Comunicazione di inizio lavori asseverata.