Raggiunto l’accordo per garantire a moltissime figure professionali un surplus in busta paga. Ecco a chi è destinato l’aumento e perché
L’inflazione ha rappresentato, negli ultimi mesi, un problema estremamente complesso sul piano economico per milioni di famiglie italiane. Questo perché non sempre accompagnata da adeguati aumenti salariali; in alcuni specifici casi è stato effettuato un ricalcolo su base Istat e, a beneficiarne, sono stati in particolar modo i pensionati.
Ma vi sono figure professionali che si sono ritrovate a vivere, complice anche l’aumento dei costi di carburanti e mutui, un periodo estremamente complesso. E riuscire a far quadrare i conti e arrivare a fine mese non è stato per nulla facile. Per alcuni di loro qualcosa si è mosso negli ultimi giorni grazie ad un accordo raggiunto per il rinnovo contrattuale.
Firmato il contratto, aumenti in busta paga per oltre 1,2 milioni di lavoratori
La chiusura di tale accordo, considerato che risale al periodo 2019-2021, è arrivata molto in ritardo ma, se non altro, garantisce un surplus in busta paga a centinaia di lavoratori. Stiamo parlando del settore scolastico ed in particolare di personale docente e personale Ata (dagli amministrativi ai bidelli) che potranno beneficiare di un aumento, rispettivamente, di 124 e 97 euro lordi in busta paga.
La firma del rinnovo contrattuale del comparto istruzione, università e ricerca non è però stata sottoscritta da tutti i sindacati. La decisione è arrivata in data 13 luglio e conferma anche per i dirigenti amministrativi un incremento degli stipendi pari a 190 euro lordi al mese.
A detta del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara la firma del contratto, avvenuta nella sede dell’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, rappresenta un passo avanti importante nel processo di valorizzazione del personale scolastico. Ma Uil scuola non ha firmato il contratto spiegandone le ragioni in una nota e specificando che l’accordo presenterebbe “parti lesive dei diritti del personale”. Su tutti la mancata valorizzazione del personale Ata e la precarizzazione del lavoro delle segreteria nonché il nodo sulla mobilità considerato controverso.
Le risorse sarebbero, a detta della Gilda degli insegnanti, insufficienti per andare a coprire, pur trattandosi di un atto concreto di riconoscimento lavorativo dell’attività di formazione, l’aumento del costo della vita. Sono in tutto 1.232.248 i dipendenti interessati dagli aumenti ovvero un terzo dell’intera Pa con 928mila insegnanti. Vi sono anche novità per i precari docenti ed Ata: il nuovo contratto prevede il riconoscimento di tre giorni di permesso remunerati per motivi personali o di famiglia.