Chi fa la dichiarazione di successione si considera erede? La risposta è più complessa di quanto potrebbe sembrare: facciamo chiarezza.
La domanda sulla dichiarazione di successione se la chiede chi deve scegliere se accettare o meno un’eredità su cui pendono forti debiti. Accettare l’eredità è un’azione non revocabile (al contrario della rinuncia), quindi è giusto pensarci due volte. La legge ha fornito diversi chiarimenti col tempo, quindi procediamo con ordine e vediamo passo per passo come funziona.
Al momento del decesso di una persona è necessario fare la dichiarazione di successione entro un anno. Questa comunicazione va all’Agenzia delle Entrate, che rivelerà il patrimonio che spetta agli eredi. Questi ultimi sono quelli che devono fare la dichiarazione, inclusi quelli che anche se non hanno ancora accettato l’eredità potrebbero diventare eredi per via del testamento o del codice civile in caso di mancanza di quest’ultimo. La dichiarazione fatta da un erede vale anche per gli altri eredi, visto che basta l’adempimento di un solo soggetto.
Da ricordare che la dichiarazione non è necessaria se l’eredità è devoluta a coniuge, figli, genitori o altri parenti in linea retta e non supera il valore di 100.000 euro. Questo si applica solo se l’eredità non comprende immobili o diritti reali immobiliari, che richiedono sempre la dichiarazione a prescindere dal valore commerciale.
Dichiarazione di successione: come ottenere l’eredità
Una cosa che va chiarita è che il titolo di erede si ottiene solo con l’accettazione dell’eredità, che sia espressa o tacita. La prima si può fare davanti al notaio o al tribunale che ha aperto la successione, mentre la seconda è implicita in azioni come vendere o usare i beni del defunto, prelevare soldi dal conto, intestare un immobile e così via. Queste azioni determineranno l’utente come erede a tutti gli effetti.
Anche con la dichiarazione di successione, infatti, si è solo chiamati all’eredità, che non dà di per sé diritto o dovere al patrimonio del defunto. La dichiarazione non comporta quindi l’accettazione tacita dell’eredità e si tratta semplicemente di un adempimento fiscale dallo scopo conversativo. Rientra, quindi, tra gli atti che il presunto erede può compere secondo i poteri conferiti dal codice civile, ma di suo presentare la dichiarazione di successione non comporta necessariamente l’accettazione dell’eredità, che può essere accettata poi come descritto sopra in maniera espressa o tacita.