Problemi con i debiti? Arrivano nuove norme sulla esdebitazione, anche totale. Ecco chi ne può beneficiare e in che modo.
Sta entrando in vigore la riforma sulla legge sul sovraindebitamento, parte del nuovo Codice della crisi d’impresa e insolvenza, che mira a sostituire la vecchia legge fallimentare del 1942. Questa nuova riforma consentirà di liberarsi da debiti eccessivi non solo a imprenditori commerciali e professionisti ma anche a normali consumatori. Ecco come funziona.
La legge in questione offre una via d’uscita a chi ha accumulato col tempo debiti eccessivi, che siano privati o col fisco, e non riesce più a pagarli neanche usando rateazioni e dilatazioni delle scadenze. Per accedere ai benefici esiste un giudizio di meritevolezza del debitore, che a seconda del giudizio può arrivare anche all’esdebitazione totale. Il debito non viene, però, estinto immediatamente: resta la possibilità di rimborsare i creditori nel quadriennio successivo se il debitore riuscirà a raggiungere una cifra che va sopra il minimo vitale necessario per sostenersi.
I soggetti che beneficiano della legge sono ora di più rispetto a prima, includendo ora piccoli imprenditori e liberi professionisti. I benefici sono inoltre estesi ai familiari dei sovraindebitati, nello specifico i parenti entro il 4° grado e gli affini entro il 2° grado se conviventi o hanno un’origine comune del debito (es. conto cointestato tra marito e moglie).
Questo, però, è consentito solo ai debitori giudicati meritevoli. Questi sono, per esempio, quelli che non hanno contratto debiti con dolo (ottenendo credito con truffe) e senza colpa grave, come acquistare beni di lusso facendo “spese pazze” senza controllo. Insomma, un esempio di debitore meritevole è chi ha dovuto sostenere spese mediche ingenti ma necessarie finendo nel debito durante il ricovero, o chi non riesce a pagare Irpef e altre tasse e imposte a causa di una crisi del settore che ha forzato la mano.
Esdebitazione: come ottenerla
L’iniziativa per ottenere questi agevolamenti parte dal debitore stesso, che può presentare la domanda di esdebitazione al tribunale civile. Interverrà da qui l’Organismo di composizione della crisi che valuterà la situazione del debito, le capacità reddituali del debitore e stabilirà da qui la capacità di rimborso. La relazione che metteranno insieme esporrà la causa d’indebitamento e il ruolo del debitore nella causa. Questo consentirà al giudice di scegliere se concedere l’esdebitazione, totale o parziale, e nel secondo caso i tempi e le modalità di pagamento delle somme residue.
Una volta ottenuto il decreto, i debiti saranno eliminati come deciso e si arriverà all’esdebitazione, liberando il debitore dal peso e dandogli la possibilità di ripartire da zero.
C’è, però, un’eccezione. Se il debitore risulta incapiente, ovvero incapace di offrire ai creditori alcuna utilità economica per ripagare i debiti, la procedura di esdebitazione arriverà a una liberazione condizionata dai debiti, che libererà definitivamente il debitore solo dopo 4 anni di osservazione. Se in questo periodo il debitore riceverà somme che possano soddisfare i creditori almeno del 10% dovrà dichiararli al giudice, che li destinerà al pagare i debiti.
In ogni caso verranno detratte da queste somme le spese di produzione di reddito e quelle necessarie al mantenimento della sua persona e del suo nucleo familiare. Solo i soldi al di fuori di questo minimo verranno usati per ripagare i debiti. Da notare che anche i debiti fiscali possono essere cancellati o almeno ridotti con la stessa procedura descritta finora.