Ottime novità riguardo agli stipendi: finalmente arrivano gli aumenti in busta paga. Vediamo insieme tutti i dettagli.
Non solo le pensioni: anche gli stipendi saranno interessati da importanti aumenti stabiliti dal Governo Meloni nella legge di Bilancio 2023. In questo articolo vi sveliamo tutte le novità. Stipendi e pensioni più alte significa una cosa: maggiore potere d’acquisto. E il rilancio dell’economia del nostro paese deve passare necessariamente da lì: da un ritrovato potere d’acquisto che, negli ultimi mesi, era crollato a causa dell’inflazione e dei rialzi in tutti i settori.
Va da sé che se la maggior parte delle famiglie non può spendere, tutto il sistema economico crolla come un castello di carte. In tal senso il Governo Meloni ha messo e continua a mettere in campo diversi strumenti per sostenere le famiglie più bisognose: bonus, carte acquisti per fare la spesa gratis, nuovi sussidi che sostituiranno il Reddito di Cittadinanza. Ma i bonus e gli aiuti non bastano, è necessario agire in modo più strutturale: ed è qui che arrivano gli aumenti degli stipendi.
Aumenti degli stipendi: quando e per chi
Luglio è stato un mese di novità importanti. Si è a lungo parlato della rivalutazione delle pensioni minime e dell’arrivo della quattordicesima. Ma i benefici non sono arrivati solo per i pensionati: anche una specifica categoria di lavoratori ha ricevuto importanti aumenti in busta paga.
La categoria è quella del personale scolastico: sia i docenti che il personale tecnico e gli assistenti. Gli aumenti sono dovuti al bonus una tantum introdotto dalla legge di Bilancio 2023. Il valore di questo bonus oscilla tra i 20 e i 52 euro ma, siccome gli incrementi sarebbero dovuti partire da gennaio, nella busta paga di luglio i docenti e tutto il personale scolastico riceveranno anche gli arretrati relativi ai mesi compresi tra gennaio e giugno. Nello specifico lo stipendio di luglio subirà un incremento che oscillerà tra i 182 e i 365 euro lordi: la differenza è legata al ruolo ricoperto e all’anzianità di servizio.
Gli aumenti proseguiranno fino alla fine del 2023. Ma non è tutto: ulteriori aumenti arriveranno grazie al taglio del cuneo fiscale. Infatti, in base a quanto stabilito dal decreto Lavoro, il taglio del cuneo fiscale passerà da 3% al 7% per i redditi fino a 25.000 euro l’anno e dal 2% al 6% per i redditi fino a 35.000 euro l’anno.
Un’altra novità importante introdotta sempre dal decreto Lavoro è la detassazione fino a 3000 euro dei fringe benefit: tale soglia riguarderà però solo i dipendenti con figli minori a carico. I lavoratori senza figli potranno evitare di pagare le tasse sui fringe benefit solo fino a 258 euro. Infine con la riforma fiscale e l’abbassamento delle percentuali Irpef, tutti i lavoratori dipendenti pagheranno meno imposte sul reddito e questo inciderà in misura importante sulle buste paga.