Il “Pezzotto” avrà vita breve: il Governo approva un Decreto Legge per tutelare le aziende che trasmettono la Serie A (e non solo).
Per i pochi che non lo sapessero, con il termine “pezzotto” si intende un sistema che aggira le restrizioni per i non abbonati e permette di usufruire gratuitamente di tutti i contenuti audiovisivi diffusi da aziende che, normalmente, permetto l’accesso a tali contenuti solo a pagamento.
Com’è facile intuire, il sistema del pezzotto viene utilizzato prevalentemente dai tifosi che vogliono vedere le partite di Serie A senza pagare l’abbonamento a Dazn. La dimensione del problema, cioè la diffusione del “pezzotto” è davvero significativa, tanto significativa da provocare ogni anno ingenti perdite economiche alle aziende che posseggono i diritti di trasmissione delle partite di calcio. Proprio per questo motivo, a tutela delle aziende, è sceso in campo il Governo introducendo regole estremamente rigide e multe salatissime per chi diffonde illegalmente contenuti e per chi ne usufruisce.
Chiusura dei siti internet e multe da migliaia di Euro
Per fermare chi utilizza il “pezzotto” e chi provvede a diffondere illegalmente contenuti esclusivi sono state messe a punto due strategie, una strettamente tecnica e una di tipo economica.
Partiamo da quest’ultima: a seguito dell’unanime approvazione da parte del Senato del disegno di legge 621, coloro che saranno trovati colpevoli di diffondere illegalmente contenuti audiovisivi esclusivi saranno tenuti a pagare multe che andranno da 2.000 ai 15.000 Euro.
Nel mirino del governo non ci saranno soltanto coloro che diffondono le immagini delle partite di calcio, ma anche coloro che registrano un film o una serie televisiva per poi diffonderli in maniera illegale attraverso i cosiddetti siti pirata.Nei casi più gravi la pena può comprendere anche dai 6 mesi ai 3 anni di carcere.
Dal lato tecnico invece il governo ha conferito pieni poteri ai provider dei servizi internet (quindi Tim, Vodafone, Fastweb, Wind 3 eccetera): nel momento in cui l’autorità Agcom dovesse individuare e segnalare un dominio o un indirizzo IP da cui si diffondono illegalmente contenuti, il provider sarà tenuto a bloccare l’accesso degli utenti al sito in questione.
La novità più significativa sta nel fatto che un sito potrebbe essere “messo off line” nel giro di 30 minuti dopo la segnalazione dell’Agcom, quindi letteralmente in tempo reale e senza la necessità di giustificazioni, spiegazioni o semplici comunicazioni da parte dell’autorità.