Ci sono pessime notizie in arrivo che riguardano le pensioni. Potrebbe esserci un taglio che arriva anche a 300 euro al mese.
La riforma delle pensioni preannunciata dal governo in fase di campagna elettorale, ad oggi, non è realizzabile a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti. Per questo motivo, anche per il 2024, i lavoratori dovranno accontentarsi delle misure flessibili. Resta da capire quali saranno confermate e quali saranno sostituite.
In vista del 2024, il governo ha intenzione di sostituire Quota 103 con Quota 41. Tuttavia, uscire dal lavoro prima, per i lavoratori rappresenterà una vera e propria batosta economica, perché si potrebbero arrivare ad incassare fino a €300 al mese in meno.
Cerchiamo di capire che cosa sta accadendo e quali sono le prospettive future.
Nel corso del 2023, i lavoratori prossimi alla pensione hanno avuto a disposizione la misura anticipata Quota 103. Si tratta di un’opportunità che permette di ritirarsi, in via anticipata, dal lavoro a 62 anni di età dopo aver versato 41 anni di contributi.
In vista del 2024, il governo ha intenzione di rimpiazzare questa misura che non ha avuto successo. Molto probabilmente Quota 103 sarà sostituita con Quota 41, che permette di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi versati a prescindere dalla età anagrafica del lavoratore.
Tuttavia, questa misura di pensionamento anticipato prevede il ricalcolo contributivo dell’assegno, sulla falsa riga di Opzione donna.
Grazie a Quota 41 coloro che hanno iniziato a lavorare in tenera età avranno la possibilità di lasciare il lavoro prima. Ma, va precisato, Quota 41 dà accesso ad un assegno ridotto fino al 16%.
In questo modo, le casse dell’INPS riuscirebbero ad alleggerirsi. Fermo restando che la simulazione effettuata ha evidenziato che Quota 41 permetterebbe di lasciare il lavoro in anticipo dai 10 ai 22 mesi, dovendo però affrontare una decurtazione dell’assegno di pensione che va dal 10% al 16%.
I sindacati si sono detti favorevoli all’idea di sostituire Quota 103 con Quota 41. Allo stesso tempo, le sigle sindacali chiedono anche uno scivolo preferenziale per poter lasciare il lavoro a 62 anni di età per i lavoratori che svolgono un’attività gravosa e usurante. Non solo, ma i sindacati propongono anche l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue o caratterizzate da redditi bassi.
Per ora si tratta solo di proposte e suggestioni. Bisognerà attendere ancora qualche mese per sapere quale sarà la misura di pensionamento flessibile, a cui avranno accesso i lavoratori nel 2024.
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