Opzione Donna termina il suo calvario con una proroga della misura, ma solo con il calcolo contributivo. Vediamo cosa significa per noi.
Le misure di pensionamento anticipato sono estremamente importanti per l’ordinamento italiano, specialmente perché la nostra legge pensionistica necessita di troppo tempo per far ritirare i lavoratori. Opzione Donna è una delle più importanti di queste misure.
Il dibattito intorno ad Opzione Donna è andato avanti per molto tempo sia sotto il Governo di Mario Draghi che quello di Giorgia Meloni. La misura è stata in passato estremamente importante per permettere a tante lavoratrici di ottenere un’uscita anticipata dal lavoro, garantendo la pensione a tutte le lavoratrici di sesso femminile con i requisiti di 60 anni di età anagrafica e 35 di età contributiva. Questa pensione sarebbe poi stata trasformata in pensione di vecchiaia una volta che la lavoratrice avesse completato il requisito anagrafico minimo per questa prestazione, ossia i 67 anni.
La misura è stata al centro della discussione pubblica a causa del suo costo. Come molte altre misure di pensionamento anticipato, Opzione Donna ha un costo non indifferente che pesa sui conti pubblici. Questo costo si sposa molto male con le politiche portate avanti dal Governo Meloni, che sta invece spendendo molto per diverse misure economiche a sostegno dei cittadini come il taglio del cuneo fiscale e le varie riforme previste dal PNRR. Per questa ragione la misura, con il parere contrario dei sindacati e di moltissime parti sociali, ha rischiato seriamente di venire abolita dopo la sua scadenza a fine 2022 e di nuovo con il passaggio al 2024.
Come sarà Opzione Donna l’anno prossimo
Per fortuna per le molte donne che potranno beneficiarne Opzione Donna è stato riconfermato anche per il 2024, ma con alcuni importanti accorgimenti rispetto ai requisiti e, soprattutto, agli assegni mensili che verrebbero consegnati a chi sfrutta la misura. Una recente circolare dell’INPS, il messaggio n. 2547 del 6 luglio 2023, fornisce ulteriori informazioni rispetto a quanto ci aspetta da Opzione Donna l’anno prossimo.
In particolare per quanto riguarda i casi di riscatto a percentuale dei periodi precedenti al 1996, ovvero prima del passaggio al sistema contributivo, a seguito dell’esercizio della facoltà di opzione al sistema contributivo.
In questo caso l’opzione non deve aver prodotto effetti sostanziali fino al pagamento anche parziale dell’onere di riscatto, non preclude il riconoscimento del diritto alla pensione anticipata tramite la misura di Opzione Donna. Il problema infatti si pone nel trovare una via di mezzo tra le persone che hanno versato contributi prima e dopo il 1996, che dovranno essere considerati alla pari.
Le richieste di Opzione Donna nel 2024
A prescindere dalla data di presentazione della domanda è possibile riscattare il diritto ad ottenere Opzione Donna ammesso che siano soddisfatte le seguenti condizioni:
- esercizio della facoltà di opzione al sistema contributivo e presentazione della domanda di riscatto entro il 20 dicembre 2021;
- perfezionamento, alla data di presentazione della domanda di riscatto, dei requisiti per la pensione anticipata con Opzione Donna vigenti al 31 dicembre 2021, tenendo conto anche della contribuzione da riscattare.