Se ne discute da tempo e in alcuni paesi è già realtà: il Reddito di base Universale potrebbe presto arrivare anche in Italia.
Un Reddito di base per tutti, incondizionatamente. Potrebbe funzionare o manderebbe in tilt l’intera economia? Vediamo insieme tutti i dettagli.
In Europa se ne parla da tempo: erogare a tutti i cittadini- a prescindere da Isee o requisiti reddituali o di altro tipo- un reddito di base. Una misura nata per contrastare diseguaglianze e povertà ma che, se non studiata nei minimi dettagli, rischia di mandare in tilt l’economia mondiale. In Gran Bretagna, da qualche settimana, è stato avviato un esperimento simile e durerà per due anni: cittadini scelti a caso riceveranno una certa cifra ogni mese. Nessun vincolo e nessun obbligo di cercare un’occupazione nel frattempo. Può davvero funzionare?
In Italia presto cesserà di esistere il Reddito di cittadinanza. Tuttavia al posto del sussidio grillino entreranno in scena altri due nuovi aiuti che avranno durata e importi diversi ma che, soprattutto, si rivolgeranno a platee diverse. Il Reddito di base, al contrario, avrebbe un’unica platea: il mondo intero.
Per ricevere il Reddito di base– secondo gli ideatori e i sostenitori del progetto- l’unico requisito indispensabile è quello di esistere. Chiunque ne avrebbe diritto. Ma – sorge spontanea la domanda- a quel punto chi lavorerebbe? Forse nessuno. O forse chi vuole beneficiare di cifre più alte per permettersi quei lussi che il solo Reddito di base non potrebbe consentirgli di avere. Ecco allora che il discorso delle diseguaglianze tornerebbe a fare capolino. Del resto la libertà implica anche il rischio che si creino diseguaglianze: chi fa di più avrà di più.
Potrebbe davvero contrastare la povertà? Dipende. Sicuramente avere mille euro al mese – la cifra esatta non è ancora stata stabilita, qualcuno parla di mille euro, qualcun altro di 1800 euro – è meglio che non avere nulla. Ma con la spinta inflazionistica che sale e i rialzi che colpiscono ogni settore, probabilmente non si riuscirebbe ad arrivare a fine mese neppure con il Reddito di base e, nel frattempo, l’economia entrerebbe in crisi a causa della mancanza di manodopera. Chi accetterebbe di fare il cameriere, il netturbino, la commessa, l’insegnante, l’impiegato per uno stipendio uguale o di poco superiore a quello del Reddito di base.
A questo punto, però, c’è chi giustifica l’introduzione di questa misura con il fatto che presto molti lavori scompariranno a causa dell’avvento dell’intelligenza artificiale. Questo, in effetti, è un aspetto di cui tenere conto. Ma senza lavoro e con un Reddito di base insufficiente a fare fronte alle rate del mutuo e forse, persino, ad un affitto, cosa potrà fare il cittadino medio a cui verrà tolta anche la possibilità di guadagnare di più lavorando? E le casse dello Stato quanto potranno reggere erogando un sussidio a tutti i cittadini?
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