Dopo l’entrata in vigore del Decreto lavoro del 1° maggio ci sono alcune novità relative al bonus colf e badanti 2023. Sarà presente anche in futuro.
Non è un segreto che il bonus colf e badanti sia stato introdotto per regolarizzare i lavoratori domestici. I dati a disposizione nel 2022 mostravano infatti che più di metà delle colf e delle badanti non avesse un contratto regolare bensì lavorasse in nero (circa 780.000 persone in Italia).
A differenza di quanto già previsto non si tratta di una semplice detrazione fiscale ma dell’erogazione di un vero e proprio contributo mensile versato dall’INPS. Vale sia per le figure che prestano assistenza agli anziani che abbiano almeno 65 anni di età sia che per quelle specializzate per affiancare persone con disabilità.
Tra le buone notizie c’è sicuramente quella che stanzia per le famiglie 3.000 euro di bonus da sfruttare non solo quest’anno ma per il triennio 2023-2025. In secondo luogo se si assume una persona nuova o per la prima volta i contributi da versare per i primi tre anni saranno inferiori al previsto. Dal bonus colf e badanti restano però esclusi i parenti qualora si propongano per il ruolo e lo stesso persone con cui si era lavorato entro i due anni precedenti.
L’erogazione di questo contributo sarà subordinato alla valutazione dell’ISEE delle famiglie che presentano richiesta. Non è chiaro tuttavia se chi sia stato scoperto avere collaboratori non assunti con regolarità rischi di esserne escluso a prescindere.
Pagare i contributi all’INPS
Chi assume con regolare contratto una colf, un OSS o una badante diventa a tutti gli effetti il suo datore di lavoro. Spetta quindi a lui versare i dovuti contributi secondo le quattro scadenze fissate per il 2023. La prima di queste è scaduta il 10 aprile e ora è tempo della seconda, che è possibile pagare fino al 10 luglio. La terza rata andrà versata tra il primo e il dieci del mese di ottobre e l’ultima a gennaio prossimo.
Per il calcolo dei contributi ci sono diversi aspetti che entrano in gioco, tra cui in primis la tipologia del contratto che si stipula. La retribuzione oraria e le ore di lavoro settimanale possono variare, ad esempio qualora non ci sia un orario fisso ma si chiami in caso di necessità. Tutto si svolge sul sito dell’INPS con il canale PagoPA, in modo molto semplice. Con le nuove misure però fino alla quota indicata precedentemente (3.000 euro) non servirà versare alcun contributo.