Si sente spesso parlare di assegno unico e di assegno famiglia ma quali sono le differenze tra le due misure? Vediamo i requisiti e a quanto ammontano.
Nelle ultime settimane si è molto parlato degli aumenti dell’assegno unico universale rivolto ai figli, ad oggi una delle misure economiche più importanti per le famiglie italiane. Ma parallelamente si è sentito spesso parlare anche di assegno famiglia, una forma di sostegno economico che in realtà non dovrebbe esistere più ma della quale si è discusso in merito a possibili aumenti. Per quale motivo? E in cosa si differenzia dall’assegno unico? Occorre fare chiarezza per capire quale sia lo scenario attuale.
L’assegno unico viene erogato a tutte le coppie, anche conviventi, con figli nati o adottati e di età inferiore ai 21 anni. L’unico requisito richiesto è che il figlio sia parte dello stato di famiglia, a carico dei genitori o convivente con essi.
Per ogni figlio viene versato un assegno mensile, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento dei 21 anni mentre per ogni figlio con disabilità non vi sono limiti di età. Al di sopra dei 21 anni l’assegno spetta solo a specifiche condizioni. Ebbene questo sostegno è oggetto, come peraltro altre misure economiche, a rivalutazione annuale ed è questa la ragione dell’incremento degli importi previsti per il 2023 rispetto al 2022 pur con medesimo Isee, nonché delle maggiorazioni.
Ricordiamo che le maggiorazioni sono previste per nuclei con almeno quattro figli o nel caso di tre figli, che abbiano età compresa tra uno e tre anni (con Isee fino a 40mila euro) o ancora per figli di età inferiore ad un anno (in base ai singoli valori Isee). In questi casi l’aumento dell’assegno è del 50%.
Ricordiamo inoltre che a giugno l’importo dell’assegno unico per i nuclei vedovili, ovvero se uno dei due genitori è venuto a mancare nell’anno di riconoscimento dell’agevolazione, è stato ricalcolato con nuova maggiorazione prevista per cinque anni. Inoltre luglio è il mese del pagamento degli arretrati per chi ha presentato l’Isee 2023 entro il 30 giugno.
Passiamo invece all’Anf, l’assegno famiglia: questa misura è in via di dismissione, sostituita dall’assegno unico ma se ne parla ancora perché diverse categorie di persone lo ricevono ancora ed anche per questo si parla di un suo aumento. Infatti anche nel caso dei vecchi assegni familiari gli importi vengono a cambiare annualmente sulla base dell’andamento del costo della vita, con adeguamenti al rialzo o al ribasso.
Sono cioè soggetti a rivalutazione e per quest’anno l’aumento è pari all’8,1%. Gli Anf possono essere ricevuti, fino al 2024, da coniuge ma a che da fratelli, sorelle e nipoti del richiedente, a specifiche condizioni che consentono di riceverlo anche insieme all’assegno unico per figli. L’importo è unico, stabilito dall’Inps in base ai redditi.
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