La direttiva UE prevede che le case diventino green entro il 2023. Una decisione che costerà cara agli italiani.
L’Unione Europea sembrerebbe essere sempre più convinta della necessità che le nostre case raggiungano la classe E entro il 2030. E chi non ha risparmi per adeguarsi?
Nonostante il testo della direttiva europea Case Green non sia ufficiale sta facendo discutere da quando è stato reso noto. Volendo semplificare al massimo, la norma chiederebbe a tutti i cittadini di spendere tanti soldi per rendere la propria casa efficiente dal punto di vista energetico. Le famiglie sono terrorizzate da un obbligo che non potrebbero sostenere per mancanze economiche.
Già il costo della vita sta mettendo a dura prova la sopravvivenza dei cittadini. L’aumento dei tassi di interesse rischia di far perdere la casa a numerose persone gravate da un mutuo variabile insostenibile. A tutto questo si potrebbe aggiungere l’obbligo di rendere la propria abitazione green. Sembra lo scenario di un film apocalittico in cui i protagonisti scendono sempre più in fondo ad un baratro.
La direttiva Case Green prevede che tutti gli edifici residenziali raggiungano la classe energetica E entro gennaio 2030 e la classe D entro il 1° gennaio 2033. Entro il 2050, poi, l’obiettivo da perseguire sarà quello delle zero emissioni. Tutto giusto per salvare il pianeta ma chi darà i soldi alle famiglie per sostenere gli interventi necessari?
Il salto energetico si potrà compiere cambiando gli infissi, sostituendo le caldaie, facendo il cappotto termico, installando pannelli solari. La stima per un palazzo di circa venti appartamenti è di 30 mila euro di spesa ad abitazione per salire di tre classi energetiche. Attenzione ad una direttiva molto vicina nel tempo. Da gennaio 2024 non sarà più possibile installare caldaie a combustibili fossili in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.
La somma di 30 mila euro è una cifra stimata per non spaventare i cittadini oltre misura. L’Associazione delle Organizzazioni di Ingegneria, Architettura e consulenza tecnico-economica di Confindustria ha parlato di una spesa tra i 44 mila e i 55 mila euro per l’adeguamento energetico alla normativa.
Importi insostenibili per milioni di famiglie che non potrebbero né uscire una somma simile né richiedere un prestito avendo già un mutuo sulle spalle. La speranza è che il testo della direttiva venga modificato. Sarebbe auspicabile una maggiore gradualità degli interventi con un primo termine ultimo che vada oltre il 2030.
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