È allarme mutui: i continui rialzi dei tassi di interesse fanno paura non solo ai cittadini ma anche alle istituzioni. Vediamo i dettagli.
La situazione riguardo ai mutui sta diventando sempre più preoccupante e ad essere in allarme non sono solo i privati cittadini, alle prese con rate sempre più alte, ma anche le istituzioni. Analizziamo la situazione nei dettagli.
La Banca Centrale europea non ha ancora detto “stop” all’aumento dei tassi di interesse sui mutui. I rialzi sono giustificati dal tentativo di contrastare la spinta inflazionistica ma a rimetterci sono milioni di famiglie alle prese con rate sempre più alte. Non solo: questi continui aumenti potrebbero molto presto indurre sempre più persone a non acquistare e questo metterebbe inevitabilmente in crisi tanto il mercato immobiliare quanto le banche.
A temere sono anche le istituzioni. C’è, infatti, il timore che la corsa dei tassi porti a una stretta sul credito e che tutta l’economia possa risentirne. Secondo le stime gli incrementi non si arresteranno almeno fino a settembre e sul dopo pende un enorme punto interrogativo.
Mutui: ecco cosa succederà
Ogni aumento produce conseguenze su più settori. Perché se una famiglia deve pagare una rata troppo alta, va da sé che non potrà più spendere denaro in altri ambiti. Insomma è come il gioco del Domino: sposti una cosa e rischi di farne crollare 10.
Stando ai dati forniti dal Consiglio nazionale dei notai, nel 2022 sono stati stipulati 438mila mutui: nel 2023 si arriverà a stento a 392mila registrando una decrescita di circa il 10%. Calo che si ripercuoterà negativamente sul mercato degli immobili e sugli istituti di credito. Negli ultimi mesi il 82% dei finanziamenti siglati sono stati a tasso fisso e solo il 14% a tasso variabile: per la prima volta dopo anni il tasso fisso torna ad essere più vantaggioso di quello variabile.
Infatti chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, dall’anno scorso ad oggi, si trova a dover pagare una rata più alta di oltre 200 euro. Ma anche con il tasso fisso la situazione è cambiata e in peggio: nel 2022 con una rata mensile di 700 euro si poteva ottenere un finanziamento di 190.000 euro; nel 2023 il finanziamento, con la medesima rata, è sceso a 150.000. In pratica se fino all’anno scorso con 700 euro al mese in città come Roma o Milano si riusciva ancora ad acquistare un bilocale, quest’anno ci si può permettere al massimo un monolocale e nemmeno in centro.
Banche e Governo stanno facendo a braccio di ferro sulla proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di concedere l’allungamento dei finanziamenti a tasso variabile su richiesta dei titolari del mutuo. In questo modo le rate, spalmate su un arco temporale più lungo, diventerebbero più basse sebbene sarebbero sempre soggette alle oscillazioni dei tassi di interesse voluti dalla banca Centrale europea.