Per quanto possiamo attenerci alla legge non è facile scacciare un inquilino da una casa. Lo Stato, tuttavia, riconosce un risarcimento.
La legge italiana in materia di inquilini e affitti è chiara: se non paghi l’affitto non puoi abitare in una casa. Tuttavia se l’inquilino si barrica all’interno dell’immobile non c’è molto che si possa fare per costringerlo ad andarsene. Ecco perché interviene il risarcimento.
Per un proprietario di immobile avere la casa da dare in affitto occupata in maniera illegale da un inquilino che non paga il canone è un danno economico non da poco. Quando un inquilino non paga il proprio affitto come stabilito nel contratto il locatore ha il diritto di dichiarare il contratto non rispettato e richiedere che l’affittuario lasci la casa. Tuttavia c’è da considerare che la volontà di un essere umano non si conforma sempre alle regole sociali, anzi in molti casi potrebbe essere l’esatto contrario.
Se l’inquilino si rifiuta di lasciare l’immobile potrebbero sorgere dei problemi perché il locatore, pur avendo l’autorità per costringerlo a lasciare la casa, in molti casi non ne ha i mezzi pratici. Ecco quindi che devono intervenire le forze dell’ordine per far si che la legge venga rispettata, ma anche in questo caso si tratta di un procedimento che richiede del tempo per cui il locatore rimane con la casa occupata irregolarmente. Per una persona che riceve una parte del proprio reddito dall’affitto di quell’immobile si tratta di un danno economico importante che deve essere evitato. Ecco perché lo Stato prevede un risarcimento in caso succeda qualcosa del genere.
Quando si ottiene un risarcimento e a quanto ammonta
Un caso caso classico in cui si presenta questo problema è quando un proprietario intende vendere l’immobile, ma l’inquilino non intende andarsene. Il proprietario ha il diritto di richiedere un risarcimento per i danni subiti a causa del mancato rilascio dell’appartamento.
Questo risarcimento viene corrisposto solo se il proprietario è in grado di fornire prove e documenti che attestano la perdita finanziaria. Quindi che l’immobile non può essere riaffittato a un prezzo più alto, venduto o utilizzato dal proprietario in prima persona.
Il risarcimento viene riconosciuto da un tribunale che esamina il caso specifico. Il risarcimento viene calcolato tenendo conto delle minori entrate che il proprietario ha subito a causa dell’occupazione dell’immobile. Anche in questo caso è necessario fornire al tribunale le prove della mancata percezione del canone d’affitto. In generale si considera che l’inquilino debba continuare a pagare il canone di locazione anche durante l’occupazione e che in mancanza di pagamento debba restituire quanto dovuto.
Il caso dell’appartamento occupato a Torino
Un evento recente in questo senso è accaduto a Torino quando una coppia di proprietari ha deciso di vendere l’appartamento, ma l’inquilina in affitto si è messa di mezzo. Il tribunale ha infine dato parzialmente ragione ai proprietari perché sono state rimborsate le perdite derivanti dal mancato pagamento del canone d’affitto, ma sono stati dichiarati non provati i danni subiti dall’ostruzionismo dell’inquilina alle visite dei potenziali acquirenti.
Il risarcimento quindi è possibile riceverlo, ma solo se il tribunale considera provate tutte le causa che lo richiedono. Si rivela quindi importantissimo tenere tutti i documenti necessari per dimostrare le prove richieste.