Quella del salario minimo a 9 euro all’ora è una proposta che sta facendo molto discutere, in compenso ha unito l’opposizione.
Il salario minimo è stato proposto dalle opposizioni, fatta eccezione per Italia Viva di Matteo Renzi. Le forze politiche di centro-sinistra hanno proposto di fissare una soglia di retribuzione per legge. Tutto ciò ha riacceso il dibattito sui livelli delle paghe in Italia.
Ecco che in Italia si torna a parlare di nuovo del salario minimo, dopo che l’opposizione ha presentato una proposta di legge per la sua introduzione. La proposta prevede una soglia minima di €9 lordi all’ora, con lo scopo di offrire maggiori tutele ai lavoratori che appartengono alla fascia povera e che attualmente risultano poco retribuiti.
Molti dei cosiddetti lavoratori poveri, oltre ad avere una retribuzione inferiore alla proposta dell’opposizione, sono anche sprovvisti di contratti collettivi. Scopriamo in quali paesi è previsto il salario minimo e che cosa ne pensano i sindacati di questa proposta.
Salario minimo a 9 euro all’ora: in quali paesi è previsto
Le opposizioni di centro-sinistra, fatta eccezione per Italia viva di Matteo Renzi, hanno presentato una proposta di legge per l’introduzione del salario minimo a €9 all’ora. A quanto pare si tratta di una proposta che intende mettere l’Italia in linea con gli altri Paesi europei. Di fatto, il nostro Paese è uno dei pochi in cui non è previsto un limite minimo di retribuzione. Insieme all’Italia ci sono anche la Danimarca, l’Austria, la Finlandia, la Svezia e Cipro.
In tutti gli altri Paesi europei, invece, è già previsto il salario minimo. In Lussemburgo, Germania, Francia, Belgio, Paesi bassi e Irlanda, però, è stato individuato un salario minimo maggiore rispetto a quello proposto dall’opposizione di centro-sinistra in Italia. Si parla, infatti, di un range che va dai 13 agli 11 euro lordi all’ora.
Ad ogni modo, la situazione del nostro Paese è stata fotografata dall’istituto previdenziale che ha individuato circa 4,6 milioni di lavoratori che attualmente percepiscono un importo orario inferiore al cosiddetto salario minimo. Il conteggio però non tiene conto che nei €9 lordi previsti dal PDL non sono inclusi i ratei di tredicesima e il TFR.
Nel caso in cui si tenesse conto anche di queste due voci, i lavoratori italiani che si trovano al di sotto della soglia del salario minimo proposto sono 1,9 milioni. Come è prevedibile i settori nei quali i lavoratori hanno la retribuzione più bassa sono quello domestico e dell’agricoltura. Le forze sindacali sono divise tra chi pensa che il salario minimo vada introdotto, in quanto strumento indispensabile. Altri, invece, sostengono che la riforma debba essere fatta non con la legge ma con i contratti.