È opinione comune che per i proprietari di immobili sia molto difficile liberarsi dagli inquilini morosi, ma qual è la verità?
La legge di riferimento per lo sfratto di inquilini morosi in Italia è principalmente disciplinata dal Codice Civile italiano, in particolare dall’articolo 659 e seguenti, che stabiliscono le modalità attraverso cui un proprietario può ottenere lo sfratto di un inquilino moroso.
Il processo di sfratto può variare in base alla specifica situazione e alle normative regionali, in maniera da avere un quadro normativo preciso al momento di cominciare una procedura legale contro gli inquilini morosi.
A parte le specifiche regionali, il procedimento per ottenere lo sfratto di un inquilino moroso è piuttosto complesso e si articola in varie fasi tra le quali passa anche molto tempo. Questo significa che, nei casi peggiori, può passare anche un anno prima di ottenere la liberazione di un immobile. In determinati altri casi, però, la legge tutela gli inquilini morosi, soprattutto se si trovano in situazioni sociali ed economiche di fragilità.
Innanzitutto il proprietario deve inviare una diffida scritta all’inquilino moroso, sollecitando il pagamento dell’affitto arretrato entro un determinato termine (solitamente 30 giorni). Successivamente, se l’inquilino non adempie all’obbligo di pagamento entro il termine indicato nella diffida, il proprietario può avviare una procedura legale per ottenere lo sfratto.
Il proprietario deve presentare una citazione in tribunale, fornendo la documentazione necessaria per dimostrare il mancato pagamento degli affitti e il diritto allo sfratto. Viene fissata un’udienza presso il tribunale competente e se il proprietario dimostra la morosità dell’inquilino, il giudice può emettere una sentenza di sfratto. Dopo aver ottenuto una sentenza di sfratto, il proprietario può richiedere l’intervento di un ufficiale giudiziario per eseguire fisicamente lo sfratto, cioè per far uscire l’inquilino dall’immobile.
Questo procedimento, già molto lungo e complesso, si complica ulteriormente nel momento in cui ad essere morosi siano nuclei familiari in stato di povertà, in cui ci siano minori, anziani oppure persone disabili.Questo naturalmente non significa che le famiglie con problematiche sociali o economiche non possano essere sfrattate: semplicemente gli accertamenti necessari ad emettere la sentenza di sfratto saranno più numerosi e prenderanno in considerazione un numero maggiore di fattori.
Vale la pena ricordare, comunque, che la legge tutela sia gli inquilini in difficoltà economiche sia, naturalmente, i proprietari di casa i cui beni vengano danneggiati o che non percepiscano in maniera puntuale il canone di locazione.
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