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Pensione prima dei 67 anni solo con questi requisiti e non sono rigidi: controlla se ti spetta

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Lorenzo Sarno

Pensione prima dei 67 anni? Si può fare, e i requisiti non sono molto rigidi: controlla subito se ti spetta.

Quali sono le condizioni che permettono di andare in pensione prima dei 67 anni? Ce ne sono diverse, una delle quali è il riconoscimento di invalidità. Le opportunità offerte per questo gruppo dipenderanno dal tipo e dal grado di invalidità. Esiste, infatti, una percentuale di invalidità, che garantirà maggiore tutela più è alta la percentuale. Questo include più possibilità di pensione anticipata.

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Gli anni di contributi per la pensione da invalido dipendono dalla misura per il prepensionamento. Queste sono divise in quattro categorie: pensione di invalidità con invalidità specifica, quota 41 per lavoratori invalidi precoci, Ape sociale e Opzione donna. Ovviamente non si prendono in considerazione solo gli anni di contribuzione ma anche altri requisiti, perlopiù anagrafici.

Pensione anticipata invalidità: quanti anni di contributi servono?

La quantità di anni di contributi cambia a seconda del tipo di prepensionamento scelto.

La prima categoria è la pensione di invalidità per invalidità specifica. In questo caso si parla di pensione di vecchiaia, che si può richiedere raggiunti i 61 anni per gli uomini e i 56 per le donne. L’invalidità specifica richiesta dev’essere riconosciuta dall’ASL in misura pari almeno all’80%.

È necessario avere almeno 20 anni di contributi prima di poter richiedere la pensione d’invalidità. La decorrenza è di 12 mesi posticipata rispetto ai tre requisiti citati, implicando che una volta raggiunti i requisiti si applica una finestra di 12 mesi. Da notare che questa misura è attiva solo per i dipendenti del settore privato, ovvero gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria. I lavoratori del settore pubblico e i lavoratori autonomi, quindi, non hanno accesso a questa misura.

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Segue l’opzione della Quota 41, che non prevede limiti di età ma si centra solo con una determinata carriera ed è destinata solo a lavori gravosi, invalidi, caregivers o disoccupati.

In questo caso bastano 41 anni di contributi, di cui 35 effettivi di lavoro, e un’invalidità di almeno il 74%. Almeno un anno dev’essere stato versato prima di aver compiuto il 19esimo anno di età, a prescindere dal fatto che l’anno di lavoro in questione sia discontinuo o consecutivo. Anche questa misura è prevista per chi è iscritto all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti.

Restano l’Ape sociale e l’Opzione donna. La prima è riconosciuta a chi ha un’invalidità pari o superiore al 74%, e servono almeno 63 anni di età con 30 anni di contributi (requisito ridotto di un anno per ogni figlio per le donne, fino a due figli). L’Ape sociale non è una pensione vera e propria ma un sussidio di accompagnamento, il cui valore massimo è 1.500 euro lordi al mese.

L’Opzione donna, infine, richiede sempre l’invalidità del 74%, e vuole 35 anni di contributi e un’età variabile tra i 58 e 60 anni (a seconda della presenza di figli o meno – un anno in meno per ogni figlio, fino a due figli massimo). L’Opzione donna è simile all’Ape sociale, e i requisiti devono essere stati raggiunti entro il 21 dicembre dell’anno precedente. La decorrenza ha una finestra mobile di 12 mesi (lavoratrici dipendenti) o 18 mesi (lavoratrici autonome)

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