Pensione prima dei 67 anni? Si può fare, e i requisiti non sono molto rigidi: controlla subito se ti spetta.
Quali sono le condizioni che permettono di andare in pensione prima dei 67 anni? Ce ne sono diverse, una delle quali è il riconoscimento di invalidità. Le opportunità offerte per questo gruppo dipenderanno dal tipo e dal grado di invalidità. Esiste, infatti, una percentuale di invalidità, che garantirà maggiore tutela più è alta la percentuale. Questo include più possibilità di pensione anticipata.
Gli anni di contributi per la pensione da invalido dipendono dalla misura per il prepensionamento. Queste sono divise in quattro categorie: pensione di invalidità con invalidità specifica, quota 41 per lavoratori invalidi precoci, Ape sociale e Opzione donna. Ovviamente non si prendono in considerazione solo gli anni di contribuzione ma anche altri requisiti, perlopiù anagrafici.
Pensione anticipata invalidità: quanti anni di contributi servono?
La quantità di anni di contributi cambia a seconda del tipo di prepensionamento scelto.
La prima categoria è la pensione di invalidità per invalidità specifica. In questo caso si parla di pensione di vecchiaia, che si può richiedere raggiunti i 61 anni per gli uomini e i 56 per le donne. L’invalidità specifica richiesta dev’essere riconosciuta dall’ASL in misura pari almeno all’80%.
È necessario avere almeno 20 anni di contributi prima di poter richiedere la pensione d’invalidità. La decorrenza è di 12 mesi posticipata rispetto ai tre requisiti citati, implicando che una volta raggiunti i requisiti si applica una finestra di 12 mesi. Da notare che questa misura è attiva solo per i dipendenti del settore privato, ovvero gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria. I lavoratori del settore pubblico e i lavoratori autonomi, quindi, non hanno accesso a questa misura.
Segue l’opzione della Quota 41, che non prevede limiti di età ma si centra solo con una determinata carriera ed è destinata solo a lavori gravosi, invalidi, caregivers o disoccupati.
In questo caso bastano 41 anni di contributi, di cui 35 effettivi di lavoro, e un’invalidità di almeno il 74%. Almeno un anno dev’essere stato versato prima di aver compiuto il 19esimo anno di età, a prescindere dal fatto che l’anno di lavoro in questione sia discontinuo o consecutivo. Anche questa misura è prevista per chi è iscritto all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti.
Restano l’Ape sociale e l’Opzione donna. La prima è riconosciuta a chi ha un’invalidità pari o superiore al 74%, e servono almeno 63 anni di età con 30 anni di contributi (requisito ridotto di un anno per ogni figlio per le donne, fino a due figli). L’Ape sociale non è una pensione vera e propria ma un sussidio di accompagnamento, il cui valore massimo è 1.500 euro lordi al mese.
L’Opzione donna, infine, richiede sempre l’invalidità del 74%, e vuole 35 anni di contributi e un’età variabile tra i 58 e 60 anni (a seconda della presenza di figli o meno – un anno in meno per ogni figlio, fino a due figli massimo). L’Opzione donna è simile all’Ape sociale, e i requisiti devono essere stati raggiunti entro il 21 dicembre dell’anno precedente. La decorrenza ha una finestra mobile di 12 mesi (lavoratrici dipendenti) o 18 mesi (lavoratrici autonome)