Alcuni lavoratori possono smettere di lavorare con soli 58 anni di età. Di chi si tratta e quando la pensione anticipata è consentita?
L’attuale sistema previdenziale italiano fissa a 67 anni l’età pensionabile. Tale requisito, tuttavia, è soggetto a modifica biennale, a seconda di eventuali variazioni dell’aspettativa di vita.
Nonostante la soglia anagrafica, esistono degli strumenti per usufruire della pensione anticipata anche con un’età inferiore, ad esempio a 58 anni.
Si tratta, però, di un privilegio riservato solo a determinate categorie di contribuenti, come gli appartenenti alle Forze dell’Ordine oppure le lavoratrici dipendenti.
Per quanto riguarda il personale militare e delle Forze di Polizia, l’uscita dal mondo lavorativo con 9 anni di anticipo è ammessa il virtù della cd. pensione di anzianità, che non è stata abolita dalla Riforma Fornero.
Questi lavoratori possono beneficiare del pensionamento a 58 anni solo se hanno maturato almeno 35 anni di contribuzione. Altrimenti, possono andare in pensione con 41 anni di anzianità contributiva, a prescindere dal rispetto di un determinato requisito anagrafico. In quest’ultimo caso, dunque, è necessario aver iniziato la carriera lavorativa da giovani, a 18 anni.
In tutte e due le ipotesi di accesso anticipato alla pensione, la decorrenza dell’assegno è soggetta al rispetto di una finestra di 12 mesi, a partire dalla data di maturazione dei presupposti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa.
Pensione anticipata a 58 anni: un’opportunità da non perdere per queste lavoratrici
Oltre al personale delle Forze armate, la pensione a 58 anni spetta anche a determinate categorie di lavoratici.
La Legge di Bilancio 2023, infatti, ha prorogato di un ulteriore anno la validità di Opzione Donna, un valido strumento di flessibilità in uscita. Si tratta di una misura che consente il pensionamento anticipato alle contribuenti che hanno almeno 60 anni di età e 35 anni di contribuzione.
Il requisito anagrafico, tuttavia, è ridotto a 59 anni per coloro che hanno un figlio o a 58 anni per coloro che hanno 2 o più figli.
In base alle modifiche intervenute con l’ultima Manovra finanziaria, poi, possono usufruire dell’agevolazione pensionistica solo le contribuenti che appartengono alle seguenti categorie “svantaggiate”:
- caregivers, da almeno 6 mesi, di un familiare disabile grave;
- invalide almeno al 74%;
- disoccupate o dipendenti da aziende in crisi.
Evidenziamo che anche per Opzione Donna è necessario attendere un determinato lasso di tempo per l’erogazione del primo assegno pensionistico. Nel dettaglio, le lavoratici dipendenti devono attendere una finestra di 12 mesi, dalla data di maturazione dei requisiti richiesti, mentre le lavoratici autonome una finestra di 18 mesi.
Non tutti i contributi accreditati sono, infine, utili per il raggiungimento del presupposto legale. Non sono, infatti, presi in considerazione quelli figurativi versati durante i periodi di aspettativa, disoccupazione e malattia.