Il tema della privacy e del maggior controllo tiene banco ed è al centro dell’attenzione dell’UE: ecco cosa cambierà
La rilevanza della tematiche privacy, al pari di quelle legate alla tutela dei dati dell’utenza è sempre maggiore via via negli anni, e in tal senso anche l’UE ha apportato i propri contributi a tale processo.
L’UE infatti, rispetto alla questione privacy e tutela dei dati degli utenti è intervenuta con specifiche normative. Un caso, in tal senso, è rappresentato dal noto regolamento GDPR.
Tuttavia, il contributo apportato dall’UE non si limita esclusivamente alle norme stabilite. Vi sono anche le attività mirate ad accertarsi che avvenga il rispetto delle norme stesse. Non a caso, vari sono i casi legati a sanzioni che hanno visto quali protagoniste i grandi attori del settore tecnologico in relazione a violazioni commesse.
Di recente, sul tema, l’UE ha dato annuncio a proposito do un accordo politico raggiunto fra Parlamento Europeo e Consiglio dell’Unione Europea in merito all’European Data Act, il quale è stato proposto da parte della Commissione nel febbraio dello scorso anno.
Ecco quali sono gli aspetti legati al Data Act e le novità da conoscere in relazione all’accordo politico raggiunto.
UE e privacy, i dettagli legati al Data Act: la promozione del mercato cloud europeo
Annuncio importante quello recente dato dall’UE in tema privacy a proposito dell’European Data Act, dunque.
L’elemento da tener presente è che vi saranno quantità rilevanti di dati industriali non impiegati e ricche di possibilità non realizzate, in virtù del fatto che l’ambito dell’Internet of Things sta registrando una fortissima crescita con un volume dati, previsto, che lieviterà negli anni a venire.
In tal senso il Data Act punta alla promozione dell’economia dei dati UE, con lo scopo di sbloccare i dati industriali, andando ad ottimizzare accessibilità ed uso. Il Data Act insomma si propone la promozione di un mercato cloud europeo contraddistinto da affidabilità e competitività.
Tra gli obiettivi legati a tale elemento, vi sono nuove regole che garantiscono al cliente la libertà del passaggio da uno ad un altro provider di servizi d’elaborazione dati cloud.
Oppure, la protezione rispetto allo clausole contrattuali vessatorie con imposizione unilaterale. E ancora, specifici meccanismi per enti pubblici in ottica accesso ed impiego dei dati dell’ambito privato qualora vi siano emergenze di natura pubblica e rispetto a misure per la promozione dello sviluppo della inter-operabilità per condividere ed elaborare dati.
Fra tali obiettivi, uno fra i principali si lega all’introduzione di determinate misure ad hoc che permettano all’utenza dei device connessi, l’accesso a dati creati da quest’ultimi, e dagli inerenti servizi, nonché la possibilità di condividere con terze parti.
Per quanto riguarda l’iter, dovrà esservi anzitutto l’approvazione dell’accordo politico in questione, da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Ue. Potrebbero al riguardo intervenire talune modifiche e cambiamenti, anche di non poco conto.
Infine, bisognerà poi comprendere il modo in cui tale nuovo impianto di norme andrà ad applicarsi ai produttori e a chi fornisce i dati operanti nell’UE, con sede in Paesi esterni. Si pensi agli USA e ad esempio a Google oppure Apple.