Donazione di denaro a figli o parenti: quali regole seguire per evitare di finire nei guai o rendere la transazione nulla.
In base a quanto stabilito la legge italiana, la donazione è un atto con il quale una persona, con spirito di libertà, decide di arricchire un altro individuo. Questo tipo di contratto può essere utilizzato anche nell’ambito di donazioni familiari (es. genitore e figlio).
Quando la donazione riguarda somme di denaro esigue, questa può avvenire senza che si rispetti tutto l’iter legale previsto. Se, invece, la somma di denaro è più significativa, la disciplina italiana prevede anche una serie di disposizioni in materia fiscale.
In particolare, se la donazione avviene tra genitori e figli non è previsto il versamento della tassa di donazione, fino a 1 milione di euro. Dopo tale cifra si applica un’aliquota del 4% al netto della franchigia.
Se la donazione riguarda beni immobili è necessario procedere tramite atto notarile, con la trascrizione dell’alienazione, che sarà seguita dal versamento della tassa ipotecaria e dell’imposta di bollo. Nel caso in cui ricorrono le agevolazioni previste per la prima casa, le imposte sono dovute nella misura fissa di € 200.
Donazione di denaro a figli o parenti: occhio all’errore che può costare caro
Per i contratti di donazione la disciplina italiana richiede la forma scritta. Di conseguenza, il donante e il donatario dovranno recarsi di fronte ad un notaio, per sottoscrivere la loro volontà con atto pubblico.
I contratti di donazione, infatti, devono sempre essere in forma scritta fatta eccezione per il caso in cui la somma sia piuttosto esigua. Quando avviene una donazione senza l’utilizzo della forma scritta, c’è la possibilità che altri eredi legittimi impugnino l’atto per difetto di forma.
In tal caso, l’impugnazione determina la nullità dei bonifici effettuati. Di fatto, anche se in Italia è prevista la donazione tra genitori e figlio, è importante che vengano rispettate le leggi di successione.
Dal punto di vista, quando si fa un bonifico di donazione ad un figlio è opportuno scrivere nella causale il motivo della transazione di denaro. Anche se questa voce non ha una validità legale permette al donatore di avere memoria dello spostamento di denaro. In caso di donazione, si può scrivere “Regalo”, “Donazione” o “Prestito infruttifero”.
In questo modo, tra l’altro si riesce anche ad evitare spiacevoli controlli da parte del fisco con la necessità di giustificare lo spostamento di denaro.
Per le somme di denaro che non superano i 3.000 € difficilmente la banca effettuerà la segnalazione all’Agenzia delle Entrate, mentre è previsto l’obbligo di invio di segnalazione all’UIF in caso di trasferimento di somme di denaro superiore a 10.000 euro in un mese.