Lo sfratto è una misura estrema che deve essere trattata con cura. La legge italiana si è munita di regole per tutelare entrambe le parti.
Arrivare al procedimento di sfratto di una persona o di una famiglia dalla propria casa non è cosa facile. La Legge tutela non soltanto chi ha subito un danno da un inquilino che non adempie al suo contratto, ma anche l’inquilino stesso.
Spesso ci si trova nell’orribile situazione di stare in mezzo a una situazione dove dare ragione a una delle due parti non è cosa facile. In particolare quando si parla di un caso di problemi tra un locatore e un suo inquilino che non rispetta i termini del contratto. Ci possono essere dei problemi nel momento in cui l’inquilino non è in grado di pagare le mensilità del canone concordato perché non è detto che la procedura di sfratto vada a buon fine. Innanzi tutto occorre capire come si applica la procedura di sfratto e quando invece non è possibile.
La procedura prevede l’atto di citazione in tribunale, l’udienza (dopo circa 20 giorni), la convalida del provvedimento (automatico dopo 30 giorni se l’inquilino non si presenta), l’atto di precetto, ovvero l’invito a lasciare l’abitazione entro 10 giorni per evitare l’esecuzione forzata. Se dopo tutta questa procedura l’inquilino non dovesse ritirare andarsene si avvia la causa civile. I tempi burocratici sono quindi già piuttosto lunghi di per se, inoltre non è certo che la causa arrivi fino in fondo perché la Legge italiana tutela anche chi non ha la possibilità di pagare il proprio affitto e si trova nei guai a causa di questo, così esistono delle categorie protette che hanno dei vantaggi in più.
Le categorie protette contro lo sfratto
In generale sono considerate categorie protette dall’esecuzione dello sfratto per morosità tutte quelle persone che si trovano impossibilitate a pagare il canone d’affitto per cause non imputabili alla persona stessa. Vengono quindi perdonate le persone in condizioni di svantaggio economico, ma anche persone con disabilità fisiche e mentali, invalidi da lavoro, di guerra o di servizi. Ogni condizione che rende più difficile per l’inquilino pagare il canone d’affitto lo fa rientrare in una categoria protetta.
Questo per quanto riguarda lo sfratto per morosità, mentre per lo sfratto per fine contratto, con mancanza di rinnovo, sono considerati in categoria protetta anche anziani, malati e disoccupati o in attesa di ricevere una casa popolare. Quando si parla di persone in categorie protette è il giudice a decidere, esaminando il caso specifico, se assegnare dei vantaggi all’inquilino e in quale misura.
Sfratto per morosità, quando si applica
Lo sfratto per morosità è il caso più comune e si applica quando si arriva alla fine della procedura sopra descritta e si obbliga l’inquilino a lasciare l’abitazione. Le tempistiche possono essere anche un po’ più lunghe perché i giudici esaminano le procedure di sfratto caso per caso.
Ad esempio il giudice potrebbe concedere all’inquilino una dilazione del pagamento nel caso in cui ci siano dei problemi economici. Oppure si può incorrere in un caso in cui l’inquilino riesce a pagare i propri debiti prima della fine del procedimento e la situazione si risolve da sola.