C’è una nuova tassa ambientale su case e auto che spaventa tantissimo i cittadini: sarà una doppia mazzata.
L’Unione europea, con lo scopo di ridurre l’uso dei combustibili fossili, ha dato il via libera alla riforma del sistema ETS. Inoltre, è stato anche approvato un nuovo fondo del valore di 86,7 miliardi di euro che sarà destinato alle famiglie europee, con lo scopo di favorire e incentivare la transizione ecologica.
Per ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili, che sono i principali responsabili della produzione di anidride carbonica e del surriscaldamento globale, il Parlamento europeo ha assunto una serie di decisioni finalizzate ad incentivare la transizione ecologica.
In sostanza si sta spingendo sempre di più verso l’abbandono di combustibili fossili e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile. Per questo motivo, è prevista una nuova tassa ambientale che colpirà le case e le auto che sono ancora alimentate con i combustibili fossili: sarà una doppia mazzata. Allo stesso tempo l’Europa ha messo a disposizione dei fondi. Scopriamo di cosa si tratta.
L’Unione Europea ha intenzione di introdurre una nuova tassa ambientale sui carburanti fossili, che colpirà le auto e i riscaldamenti domestici. Si tratta di una sorta di dazio applicato sui prodotti importati dall’estero, tenendo conto delle loro tasso di inquinamento ambientale.
Il pacchetto di misure approvato dal Parlamento Europeo prevede anche l’istituzione di un fondo del valore di 86,7 miliardi di euro, con lo scopo di sostenere le famiglie e le imprese che sono state colpite dalla transizione ecologica. Il sistema che si cela dietro la riforma dell’ETS funziona come una tassa, pertanto chi più inquina più paga. Si tratta di un sistema che ha lo scopo di ridurre le emissioni inquinanti e favorire la conversione verde.
La riforma prevede la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese, fra il 2026 e il 2034. Inoltre, il Parlamento ha deciso di includere nel sistema ETS anche le emissioni prodotte nel settore marittimo. La riforma prevede anche la creazione di un nuovo sistema che riguarda i carburanti per trasporto su strada e gli edifici. In particolare, saranno colpite le aziende che producono i veicoli alimentati a benzina o diesel e tutte le compagnie energetiche che fanno leva sui combustibili fossili.
Tuttavia, c’è il rischio che queste aziende possano scaricare i costi maggiori sul consumatore finale, per questo motivo è stato inserito il cosiddetto “freno di emergenza”, che potrebbe rinviare la conversione energetica al 2028, nel caso in cui i prezzi dovessero essere eccessivamente elevati.
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