Sindacati e Opposizione già sul piede di guerra dopo l’approvazione definitiva del Decreto Lavoro. Vediamo cosa cambierà a breve.
Via libera da Camera e Senato al decreto Lavoro ma già si sono alzate le polemiche da parte del Centrosinistra e dei sindacati. Analizziamo la situazione nei dettagli.
Camera e Senato hanno approvato il decreto Lavoro seppur con qualche modifica rispetto al testo originario. I cambiamenti più incisivi riguarderanno non solo i lavoratori ma anche gli attuali percettori del Reddito di cittadinanza che, per un po’, potrebbero restare a bocca asciutta. Questo ha già fatto scattare le polemiche e tanto il Centrosinistra quanto i sindacati sono pronti a dare battaglia alle misure approvate dal Parlamento.
Il nuovo decreto prevede importanti agevolazioni per i lavoratori dipendenti con figli minori a carico come la detassazione dei fringe benefit fino a 3000 euro. Ma sono stati anche approvati emendamenti volti a favorire nuove assunzioni o proroghe di contratti a termine. Tutte misure che hanno fatto storcere il naso a molti ma il Governo Meloni sembra deciso più che mai a proseguire lungo questa direzione.
Decreto lavoro e Reddito di cittadinanza: ecco chi rischia
Come anticipato, il Decreto lavoro introduce importanti novità anche per chi, al momento, percepisce il Reddito di cittadinanza. Il sussidio grillino presto smetterà di esistere e al suo posto arriveranno due nuovi sussidi: l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.
L’Assegno di inclusione si rivolge alle famiglie composte da persone non occupabili, cioè non in grado di lavorare. Sono considerati non occupabili i disabili, i minorenni e gli over 60. Costoro avranno diritto a ricevere 500 euro al mese più altri 280 se vivono in affitto. Il sussidio verrà erogato per 18 mesi e potrà essere riconfermato per altri 12 ma solo dopo una pausa di un mese.
Non potrà ricevere l’assegno di inclusione chi ha ricevuto condanne penali e chi si è licenziato da meno di un anno. Secondo le stime – con i nuovi requisiti introdotti dal Governo Meloni- almeno 900 famiglie che oggi percepiscono il Reddito di cittadinanza, non avranno più diritto a nessun sussidio in quanto sono state imposte condizioni molto più stringenti come un Isee più basso o l’obbligo di risiedere in Italia da almeno 5 anni di cui gli ultimi 2 continuativi.
Inoltre chi riceverà il sussidio avrà l’obbligo di iscrizione a percorsi di reinserimento sociale. Se nel nucleo familiare sono presenti anche persone occupabili, non sarà possibile rifiutare nemmeno un’offerta di lavoro. Tuttavia il Senato e la Camera hanno approvato un emendamento secondo cui, se all’interno della famiglia sono presenti bambini con meno di 14 anni, è possibile rifiutare un’offerta di lavoro anche a tempo indeterminato se il lavoro dista più di 80 chilometri da casa o se implica un viaggio sui mezzi pubblici superiore a 120 minuti. Stesse condizioni valgono per offerte di lavoro a tempo determinato anche se non ci sono minori con meno di 14 anni in questo caso.