Come si risolve una disputa tra condominio e inquilino nel 2023? La legge italiana prevede una contestazione precisa contro la delibera condominiale.
I contrasti tra un inquilino e il resto del consiglio condominiale sono all’ordine del giorno in Italia, in particolare quando si parla di affitto. La Legge italiana prevede delle regole precise per le delibere condominiali così come per la possibilità del condomino di contestarle.
Può capitare in una società in miniatura come quella che si crea all’interno di un condominio che la decisione della comunità presa per maggioranza non stia bene a uno dei membri. In questo caso parliamo delle decisioni del consiglio condominiale su qualche tema concernente l’interezza della struttura o della comunità, ad esempio il canone del condominio, le spese per i servizi comunitari, ecc. Quando una decisione del consiglio viene ritenuta non corretta o, come può accadere, illegale, un condomino assente alla riunione, dissidente oppure astenuto rispetto alla votazione può contestare la decisione.
Il modo per contestare la decisione di un consiglio condominiale è spiegato nell’articolo numero 1137 del Codice Civile. La procedura può essere portata avanti da ogni individuo che fa parte del consiglio condominiale e che rientra tra gli assenti, i dissidenti o gli astenuti della decisione contestata. La contestazione deve essere fatta all’autorità giudiziaria motivandola con il fatto che la decisione presa sia per una proposta che violi il regolamento del condominio oppure sia illegale. Qualcuno di estrano al condominio non può presentare la contestazione per una decisione interna. Anche gli affittuari non hanno voce in capitolo in questo senso, se non nei casi eccezionali di decisioni sul riscaldamento e il condizionamento dell’aria.
Quando anche chi è in affitto può decidere
Sebbene normalmente siano soltanto i proprietari di immobile a decidere al consiglio condominiale, per i casi di importanza massima, ovvero il riscaldamento e l’aria condizionata, anche chi abita in affitto può dire la sua. Questo è dovuto al fatto che secondo la legge e la maggior parte dei contratti di affitto, gli inquilini in affitto sono quelli che materialmente pagano i costi del canone di condominio, quindi anche per i servizi di riscaldamento centralizzato e l’aria condizionata.
Visto che sono tra coloro che concorrono alle spese condominiali, gli affittuari hanno la possibilità, limitatamente a queste due voci, di far valere le proprie contestazioni davanti all’autorità giudiziaria. I diritti degli affittuari non si limitano soltanto alla possibilità di contestare le decisioni del condominio, ma anche di partecipare alle riunioni del consiglio e di decidere assieme agli altri condomini le scelte da compiere per il bene comune.
La mediazione del proprietario di casa con gli inquilini
Essendo che gli immobili in affitto non sono degli affittuari, ma hanno un proprietario diverso la convocazione per le riunioni del consiglio condominiale arrivano almeno 5 giorni prima della riunione fissata all’indirizzo del proprietario di casa. Sarà poi quest’ultimo a dover informare gli inquilini del proprio appartamento della riunione programmata.
Se il locatore viene meno a questo obbligo di legge e dalla votazione mancata dall’affittuario è derivato un danno economico, quest’ultimo ha diritto a un risarcimento.