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Mantenere un figlio costa questa cifra stratosferica: i veri numeri bloccano la natalità

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Maria Verderame

Sempre più italiani rinunciano a fare un figlio perché costa troppo. Ecco i numeri incredibili per mantenere un bimbo.

Calano ancora le nascite nel nostro Paese. Un fenomeno che sta avvenendo certamente anche in altri Paesi del mondo ma che, a differenza di altre nazioni, in Italia non è dovuto alla perdita di interesse verso la famiglia. La maggior parte degli italiani, infatti, crede nell’amore e nell’importanza di avere un progetto di coppia. 

i costi altissimi per mantenere un figlio
Fare un figlio in Italia, ecco le cifre (ilovetrading.it)

Sono poche, infatti, le persone che non fanno un figlio per scelta, anche se, stando all’ultima ricerca dell’Istat, sono cresciute, con il 17,4% delle donne fertili che si dichiara “childfree”; mentre è considerevole il numero delle persone (33,2%) che vivono da sole. Ma se questo fattore fosse condizionato da una questione economica? I fattori che minano la natalità sembrano essere la precarietà, la carenza di servizi per l’infanzia e per incentivare l’occupazione femminile.

Un altro studio, condotto da Community Research&Analysis, ha svelato che la motivazione principale del perché le coppie non vogliono fare figli è l’alto costo per mantenerli. Lo è per il 69,2% delle persone. Ma quanto costa davvero fare un figlio? Le cifre emerse danno ragione al movimento “childfree”.

Ecco il costo da sostenere per fare un figlio in Italia

Chi fa un figlio, oltre ad essere messo davanti alla scelta obbligata di dover rinunciare al proprio lavoro (e questo coinvolge quasi esclusivamente le donne) si deve trovare davanti a un altro ostacolo: fare figli costa troppo. Ovviamente per fare un bimbo in Italia entrambi i genitori devono lavorare.

perché in italia non si fanno più figli
Ecco perché in Italia non si fanno più figli (ilovetrading.it)

Di conseguenza, rinunciare al lavoro e alla carriera per crescere un figlio significa ritrovarsi in una situazione di povertà. Secondo un recente rapporto condotto da Save The Children, chiamato “Le equilibriste”, il 12,1% famiglie con figli minori è in povertà assoluta, mentre 1 coppia su 4 con figli è a rischio indigenza. Un altro rapporto, condotto da Bankitalia nel 2023, svela che mantenere un figlio costa 640 euro al mese (8.000 euro all’anno).

Nel nostro Paese i ruoli di genere sembrano essere cambiati più per una necessità di tipo economico, che per il superamento di stereotipi di genere. Una ricerca Istat svolta nel 2018 svela che il 54% degli uomini e il 47% delle donne ritiene che la cura della casa debba essere appannaggio femminile e che si dovrebbe scegliere tra carriera e famiglia.

Questi stereotipi sono così radicati da ripercuotersi sull’occupazione femminile in termini di presenza e reddito, sull’avanzamento professionale (con poche donne in ruoli dirigenziali) e si riflettono anche sulla struttura sociale e del welfare, che ancora poco si adattano alle esigenze femminili. Le cause sono anche correlate, poiché l’assenza di servizi per l’infanzia e un modello lavorativo di tipo maschile, non aiuta al superamento della mentalità che tende spesso a far pesare sulle donne il dietrofront su carriere e lavoro.

Non è un caso se nella stessa Italia la maggior parte degli asili nido si trovano al Nord, dove appunto c’è una maggiore occupazione femminile e un minore tasso di denatalità rispetto a Sud e Isole ( 0,1% contro 0,6%). Oltre alla carenza dei nidi, l’altro problema principale è rappresentato dagli alti costi di questi, anche di quelli comunali, che costano circa 300 euro a famiglia.

Solo le ultime politiche stanno considerando di aumentare gli asili nido nel territorio e comunque non uniformemente in tutto il Paese, con un grande divario tra Nord e Sud. Nella parte meridionale del Paese  c’è una grande carenza di servizi per l’infanzia che si ripercuote anche sulla percentuale di donne che lavorano.

La dimostrazione di ciò viene data dal confronto dei dati dell’occupazione femminile  tra Sud (28%) e Nord (oltre il 60%). Le statistiche Istat, infatti, attribuiscono alla carenza di servizi (28%) la scelta di non fare un figlio. Tra chi indica questa come motivazione principale alla scelta di non fare figli, alcuni (circa il 35%) richiedono più asili nido e scuole dell’infanzia, altri di sostenere l’occupazione femminile (31%).

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