Rhett Mankind, un australiano di 46 anni, ha avuto un’intuizione geniale e grazie alla tecnologia di ChatGPT ha dato una svolta alla sua vita.
È in grado di svolgere compiti a casa e saggi, può aiutare giornalisti e scrittori a redigere i loro testi, può persino scrivere sentenze e svolgere esperimenti. Il programma di intelligenza artificiale ChatGPT offre molte e inquietanti possibilità. Il software è stato utilizzato anche per creare una criptovaluta, lanciata all’inizio dello scorso maggio e chiamata Turbo. La sua capitalizzazione di mercato ha raggiunto i 70 milioni di euro in meno di due settimane, riporta la rivista Fortune. E il creatore di Turbo è ora straricco, almeno virtualmente. Come ha fatto?
Il creatore della criptovaluta è un australiano di 46 anni, Rhett Mankind: questo è il suo “nome d’arte”, quello con cui crea opere digitali che vengono visualizzate e vendute sul suo sito web. Come gli è venuta l’idea di creare una valuta virtuale? “Avevo visto un video su Twitter di uno sviluppatore che spiegava come creare una criptovaluta in 27 secondi. Non sono uno sviluppatore, quindi ho chiesto a ChatGPT di scrivermi il codice per creare una criptovaluta“, ha detto alla rivista Capital. Detto, fatto.
In realtà, ChatGPT non ha creato tutto in una volta: il programma inizialmente ha suggerito a Rhett Mankind di imparare un linguaggio informatico dedicato, ma Rhett Mankind ha preferito chiedere all’intelligenza artificiale di svolgere il lavoro di programmazione del computer al posto suo. Ci sono voluti diversi giorni, e il Nostro ha dovuto chiedere al programma di correggere alcuni errori commessi durante la scrittura del codice. È stato anche aiutato da vari utenti di Internet, che hanno poi raccontato il suo caso sui social network (ora ha più di 24.000 follower su Twitter).
Dopo aver pagato 69 dollari (63 €) in varie commissioni tra cui un abbonamento a ChatGPT, Rhett Mankind ne ha sborsati altri 500 (459 €) per poter lanciare la sua criptovaluta sulla blockchain, una tecnologia che consente, tra le altre cose, di tenere traccia di una serie di transazioni in modo sicuro, decentralizzato e trasparente. Non è mancato un brutto incidente di percorso: dopo aver messo Turbo sul mercato, un malware ha acquistato quasi tutte le unità disponibili sugli scambi.
Ma i follower su Twitter hanno convinto Rhett a tenere duro. Quest’ultimo ha quindi deciso di affidarsi al crowdfunding: gli “investitori” disposti a finanziare il suo progetto avrebbero ricevuto un importo in Turbo proporzionale al loro finanziamento. E ha funzionato. Secondo la piattaforma CoinMarketCap, la capitalizzazione di mercato del Turbo è ora di 40 milioni di euro, sicuramente in calo rispetto ai 70 milioni citati da Fortune, ma scusate se è poco…
“È stato un esperimento per testare i limiti della tecnologia“, ha detto Rhett Mankind a Capital, spiegando che non è più coinvolto nel progetto. Secondo Fortune, l’uomo deterrebbe ancora poco più del 10% dei 69 miliardi di Turbo circolanti sul mercato. Abbastanza per renderlo ricco… sulla carta. Perché guadagna solo se vende la sua criptovaluta, cosa che non penserebbe di fare “immediatamente”. In teoria, 6,9 miliardi di Turbo valgono circa 4 milioni di euro. Ma l’esperienza ha avuto anche un impatto positivo sul suo business come artista digitale: “Non appena Turbo è stato lanciato, le ho vendute tutte. Mi ha portato molti riconoscimenti”. Parliamo di un centinaio di opere per un valore totale di quasi 40.000 euro.
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