Ecco qui tutte le ultime notizie a proposito del progetto di rottamazione delle tasse locali e delle multe: le possibilità e i limiti dello stralcio.
Le multe e le tasse locali rientrano nella rottamazione quater e nello stralcio cartelle. Ma non tutti, sfortunatamente, potranno godere di questa possibilità. A oggi, poi, ci sono ancora molti punti da chiarire. Sappiamo però che attraverso il Decreto Legge Bollette il legislatore ha rivisto e poi corretto i piani per la cosiddetta tregua fiscale, manovra che era stata introdotta con la Legge di Bilancio 2023.
Nelle ultime settimane state introdotte alcune novità interessanti per la rottamazione quater e, soprattutto, per quanto riguarda lo stralcio delle cartelle fino a mille euro. La prima sostanziale conquista per i cittadini è che la misura, ora, coinvolge direttamente anche le multe e le tasse locali. Due categorie che in un primo momento erano state del tutto escluse.
Per legge sarà quindi possibile applicare la rottamazione quater e lo stralcio delle cartelle fino a mille euro anche ai casi di riscossione diretta. E anche a quei debiti affidati direttamente a soggetti privati, che siano regolarmente iscritti all’apposito albo per l’accertamento e la riscossione delle entrate degli enti locali.
Sono però i sindaci dei vari Comuni italiani a dover decidere se aderire o meno alla tregua fiscale secondo. I Comuni potranno scegliere fra varie possibilità. Prima strada: gli enti potranno deliberare in contemporanea la rottamazione e lo stralcio, totale o parziale. Seconda: potranno scegliere solo uno dei meccanismi indicati.
Rottamazione multe e tasse locali: arriva la guida IFEL per i Comuni
La rottamazione e lo stralcio dei debiti fino a mille euro riguarderà i Comuni che non affidano il recupero delle tasse all’Agenzia delle Entrate. E sono tanti i sindaci che riscuotono privatamente oppure tramite concessionarie. Anche in questi casi, però, sono ora previste le stesse regole già applicate a livello nazionale, ma con tempistiche e procedure peculiari.
Per esempio, gli enti locali hanno la possibilità di scegliere tempistiche e modalità di rateazione in modo indipendente rispetto a quelle della pace fiscale nazionale. E ci sono poi in realtà parecchie differenze relative ai termini di decadenza.
Per aderire, in generale, gli enti locali devono approvare specifica delibera entro il 29 luglio ed entro il 31 luglio devono trasmettere dati e previsioni al Ministero delle Finanze. I Comuni non hanno obbligo di delibera “negativa”. Quindi, se intendono aderire, devono approvare apposita disposizione. Invece, se non lo deliberano nulla, per legge restano automaticamente fuori dallo stralcio. Il rischio è quindi che tanti Comuni non interverranno, lasciando le regole inalterate.
C’è anche un altro passaggio. Nel caso in cui la riscossione dei debiti degli enti locali sia affidata a concessionarie private bisogna inviare loro la comunicazione entro il 30 giugno. E anche in questo caso potrebbero sorgere problemi, ritardi e altri impedimenti.
Secondo l’IFEL, questo termine di fine giugno riguarda però una “mera comunicazione preventiva al soggetto affidatario della volontà comunale di attivare le disposizioni agevolative, con riserva di definirne modalità e dettagli con la delibera regolamentare entro il successivo 29 luglio“.