Come reagire al continuo aumento delle rate dei mutui? Le strategie per difendersi evitando di spendere un salasso.
Prosegue incessantemente l’innalzamento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, una misura necessaria per contrastare l’inflazione ed evitare il rischio di una pesante recessione. Ma se da un lato la misura ha come finalità quella di riportare l’incremento dei prezzi ai livelli pre-guerra in Ucraina ovvero intorno al 2%, dall’altro prestiti e mutui bancari a tasso variabile sono saliti alle stelle.
L’inflazione ha toccato il 10% ed è attualmente arrivata al 6%, troppo secondo la presidente della Bce Christine Lagarde che ha disposto di recente un ulteriore aumento dei tassi e che prevede di intervenire nuovamente entro fine luglio, con il nono incremento consecutivo.
Ne derivano tassi sui rifinanziamenti intorno al 4%, sui depositi intorno al 3,50% e sui prestiti oltre il 4,2% ma ciò che preoccupa maggiormente sono i mutui a tasso variabile. Chi li ha sottoscritti prima di questa situazione si trova oggi a pagare rate mensili enormemente aumentate e che cresceranno ancora almeno fino a settembre prima di, si spera, iniziare una lenta discesa che potrebbe durare molti mesi.
Come è possibile mettere una pezza a questa situazione e difendersi da aumenti insostenibili? Ci sono tre possibilità che ognuno può valutare per capire se sfruttarle come metodo per tamponare questa situazione. Il primo metodo è la surroga del mutuo, di fatto la decisione di trasferire il mutuo in essere da un istituto bancario ad un altro; l’operazione non comporta costi né oneri notarili e non è possibile, da parte della banca, rifiutare questa decisione ma solo proporre una rinegoziazione del mutuo stesso.
Qualora si dovesse trovare una migliore proposta si potrebbe effettuare il trasferimento riducendo, almeno in parte, gli incrementi legati all’aumento dei tassi. È sconsigliabile farla a pochi mesi dalla scadenza del mutuo ma se mancano ancora alcuni anni è una strada percorribile anche se, da parte della nuova banca, potrebbe essere richiesta, a protezione del capitale, una spesa per la stipula di una polizza assicurativa.
Secondo metodo è la rinegoziazione del mutuo, recandosi in banca per chiedere una modifica delle condizioni contrattuali. L’istituto potrebbe proporre un tasso fisso oppure rimodulare la quantità o la durata delle rate. In questo caso dunque non si varia banca e potrebbe essere possibile risparmiare importanti quantità di denaro.
I requisiti per rinegoziare un tasso variabile passando al fisso, come previsto dalla Legge di Bilancio 2023, sono la stipula di un accordo antecedente il primo gennaio 2023, la richiesta di un importo non superiore a 200mila euro, la stipula di un accordo a tasso variabile per l’intera durata del mutuo, nessuna rata in arretrato ed un Isee inferiore a 35mila euro.
Infine è possibile optare per l’estinzione anticipata, restituendo il capitale residuo alla banca prima che il piano di ammortamento arrivi a scadenza. Nel caso di mutui stipulati dopo il 2007 non sono previste né penali né commissioni mentre per gli altri può essere prevista una penale di importo variabile. La procedura è semplice: è sufficiente contattare la banca e richiedere il calcolo delle somme da corrispondere. Ricordandosi però che la quota interessi va a decrescere con gli anni pertanto chiudere un mutuo a scadenza potrebbe non portare grandi benefici economici.
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