Avere accesso al regime forfettario è un enorme vantaggio per i lavoratori. Ecco perché bisogna fare attenzione a non perdere il diritto.
Il regime forfettario è un regime fiscale estremamente vantaggioso rispetto a quello regolare. Ecco perché in molti sono così restii a perdere questo diritto anche se significa guadagnare di più. Per i lavoratori dipendenti la situazione è sempre in bilico.
La situazione con il regime fiscale forfettario e il lavoro dipendente è sempre sul filo del rasoio. Ci sono diversi modi in cui un lavoratore dipendente può perdere il diritto al regime forfettario e questo significa nell’immediato pagare più tasse, cosa che in questo momento molti non possono permettersi. Alla luce del grave calo del potere d’acquisto degli stipendi italiani nell’ultimo anno e mezzo la possibilità che si debbano pagare maggiori tasse sul reddito fa e dovrebbe fare paura. Ecco perché è bene conoscere quali sono i limiti del regime forfettario per i lavoratori dipendenti e come rientrarci.
La prima cosa da sapere è che secondo le leggi del 2023 il regime forfettario per i lavoratori dipendenti può essere sfruttato soltanto dai lavoratori che l’anno precedente hanno registrato un reddito non superiore a 30.000 euro. Questo limite presenta tuttavia delle eccezioni di cui andremo a parlare. Essere a regime forfettario prevede la possibilità di pagare le tasse sul reddito non secondo gli scaglioni delle aliquote IRPEF, ma con un’aliquota sostitutiva al 15%. Se compariamo questo al fatto che per un reddito di 30.000 euro si paga l’IRPEF al 27% il risparmio è sotto gli occhi di tutti. Oltre a questo si può beneficiare di una serie di semplificazioni fiscali apposite per il regime forfettario.
Quando si perde il regime forfettario, regole ed eccezioni
Di norma il regime forfettario viene meno se l’anno precedente il lavoratore ha percepito un reddito in un anno superiore a 30.000 euro. A concorrere al reddito in questo caso viene conteggiato sia il reddito da lavoro dipendente, che eventuali redditi da lavoro autonomo complementari, ma anche le pensioni che il contribuente percepisce. Ogni altra entrata di denaro che viene considerata concorrente alla formazione del reddito deve essere calcolata all’interno della somma per capire se il contribuente può o non può sfruttare il regime forfettario.
L’eccezione a queste regole è il caso in cui si interrompa il rapporto di lavoro del contribuente. Più nello specifico c’è il caso in cui il contribuente dia le dimissioni prima della fine dell’anno e lo completi con un reddito superiore a 30.000 euro.
L’eccezione alla regola che ti permette di guadagnare tanto e avere meno tasse
Il caso è estremamente specifico e deve essere spiegato con un esempio. Mettiamo che un lavoratore dipendente a regime forfettario dia le dimissioni prima della fine dell’anno e prenda un altro lavoro.
In questo caso, anche se il nuovo lavoro gli portasse un reddito superiore a 30.000 euro, solo per quell’anno potrebbe ancora rientrare nel regime forfettario. Dall’anno successivo, tuttavia, non potrebbe più beneficiare del regime fiscale agevolato in quanto con un reddito superiore a 30.000 euro.