La badanti conviventi devono essere assunte con regolare contratto di lavoro. Quali sono i loro compiti e a cosa hanno diritto?
Prima di scegliere una badante per una persona gravemente ammalata, è opportuno avere coscienza degli obblighi legislativi da assolvere.
La badante, infatti, non è l’unica ad avere dei doveri e delle mansioni da adempiere ai fini della cura e dell’assistenza del malato, perché la normativa prevede degli oneri anche per il datore di lavoro. Alla collaboratrice, infatti, vanno sempre garantiti dei diritti fondamentale, come il riposo settimanale, le ferie, la malattia.
La badante deve, innanzitutto, stipulare un contratto di lavoro di Livello CS o DS. Ci sono anche i contratti con Livello BS, cioè il livello base, con un orario di massimo 30 ore settimanali e una retribuzione lorda di circa 620 euro al mese. Ma se l’assistito necessita di cure continuative, è necessario che la badante sia convivente e, dunque, è obbligata ad un contratto CS oppure DS, che sono a tempo pieno.
In tali ipotesi, l’orario di lavoro è di 54 ore settimanali, suddivise in 10 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, e 4 ore il sabato mattina. Le ore extra, dunque, dovranno essere pagate come straordinari.
È, inoltre previsto un riposo giornaliero di 2 ore, da concordare a seconda dell’orario di lavoro svolto, e di un riposo non inferiore alle 8 ore consecutive.
Alle badanti conviventi, inoltre, spetta un riposo settimanale di 36 ore, ripartite in 24 ore consecutive (di domenica) e in 12 ore che possono essere scelte in autonomia dalla badante, previo accordo con il datore di lavoro.
In particolare, la legge prevede una maggiorazione delle retribuzione del:
- 25% se lo straordinario è effettuato dalle 6 alle 22;
- 50% se lo straordinario è effettuato dalle 22 alle 6;
- 60% se lo straordinario è effettuato nei giorni festivi oppure di domenica.
Badante convivente: quando bisogna riconoscere ferie, tredicesima e TFR
Per ciascun anno di servizio svolto presso lo stesso datore di lavoro, la badante ha diritto ad un periodo di ferie di almeno 26 giorni. Quello alle ferie è un diritto imprescindibile, tutelato direttamente dalla Costituzione.
L’unico limite alla loro fruizione riguarda il periodo di preavviso e di licenziamento e quello di malattia e infortunio.
Alla badante spetta anche la tredicesima mensilità e il TFR, al termine del rapporto di lavoro. Quest’ultimo si calcola sulla base degli stipendi percepiti, comprensivi di vitto e alloggio, e diviso per 13,5.
Il lavoratore domestico, però, può essere licenziato dal datore anche senza motivazione e senza la possibilità di impugnare la decisione per assenza di giusta causa o giustificato motivo.
L’unico diritto in caso di licenziamento è il preavviso o il pagamento dell’indennità sostitutiva.
Cosa succede se la badante è ammalata? Attenzione, il datore di lavoro potrebbe rischiare grosso
In caso di malattia debitamente certificata dal medico curante, la badante convivente ha diritto di astenersi dallo svolgimento dell’attività lavorativa per tutti i giorni di riposo prescritti dal medico.
Le giornate di assenza, però, non sono coperte dalla tutela economica dell’INPS, perché sono a carico del datore. Tale regola, tuttavia, prevede delle eccezioni nei seguenti casi:
- se la badante è in servizio da non più di 6 mesi, la prestazione economica spetta soltanto per 8 giorni;
- se la badante presta servizio da più di 6 mesi ma da non più di 2 anni, l’indennità di malattia spetta per 10 giorni;
- se la badante è in servizio da più di 2 anni, la tutela economica spetta per 15 giorni.
Fino al terzo giorno consecutivo di malattia, la badante ha diritto al 50% dello stipendio. Dal quarto giorno, invece, al 100% della retribuzione.
La normativa prescrive anche il diritto alla conservazione del posto di lavoro per tutta la durata della malattia, fino al termine del periodo di comporto.
La durata del comporto è fissata sulla base dei seguenti criteri:
- 10 giorni di calendario, con un’anzianità di massimo 6 mesi;
- 45 giorni di calendario, con un’anzianità compressa tra 6 mesi e 2 anni;
- 180 giorni di calendario, con un’anzianità superiore a 2 anni.
Se la badante è affetta da patologie oncologiche il periodo di comporto va aumentato del 50%.
Se, al termine del periodo di comporto, l’assenza della badante continua, il datore di lavoro è autorizzato a licenziarla.
La badante, inoltre, ha l’obbligo di avvertire il datore se è ammalata, prima dell’inizio dell’orario di lavoro e deve inviargli il certificato medico di malattia redatto dal medico curante, entro il giorno successivo.
Non solo diritti ma anche obblighi
La badante convivente ha anche una serie di doveri per tutta la durata del contratto di lavoro, tra cui:
- occuparsi della cura e dell’igiene della persona non autosufficiente che assiste;
- aiutare l’ammalato nella deambulazione gli spostamenti;
- mantenere l’ordine e la pulizia della casa;
- cucinare;
- accompagnare l’assistito ad eventuali visite mediche;
- provvedere alla somministrazione di farmaci e terapie;
- fare compagnia e intrattenere l’assistito.