Le criptovalute sono tassate in quasi qualsiasi Stato. Se vuoi optare per il loro acquisto, dunque, ti dovrai informare molto bene
La tematica sulle criptovalute è fiscalmente piuttosto spinosa. La confusione in materia è tanta, e coloro che hanno deciso di investirvi parte dei loro soldi hanno spesso pagato dazio per non essersi informati in maniera adeguata e precisa. Soprattutto a livello fiscale, considerando che essendo un bene portatore di un certo valore è tassato così come qualsiasi altra cosa. Facendo chiaramente riferimento alla giurisdizione dello Stato italiano.
Per quanto concerne le cripto, divenute di tendenza ormai qualche anno fa, il discorso riguardante la loro gestione fiscalità è leggermente più complesso delle tematiche affini. Come meccanismo si tratta di un modo come un altro per far girare i soldi, proponendo una valuta che ha come unico difetto quello di essere estremamente volatile. Ma questo è un problema che si riscontra in quasi tutti gli investimenti, fatta eccezione per le obbligazioni.
Ad ogni modo, a prescindere dalla loro affidabilità o meno, il discorso “fisco” non può essere bypassato in alcun modo. Pochi mesi fa l’ente dell’Agenzia delle Entrate aveva dichiarato le criptovalute come valuta estera. Alle conversioni in criptovalute si applica dunque un’aliquota pari al 26%. Coloro che non hanno dichiarato nel proprio modello la presenza di investimenti in cripto, potranno regolarizzare la loro posizione fiscale al pagamento di un’imposta sostitutiva corrispondente ad un determinato valore.
Situazione molto scomoda, considerando che già di per sé le cripto non hanno un costo accessibile. Se si considerano le tasse, nella maggior parte dei casi è un investimento non chissà quanto remunerativo. Ma questa non è la sede più adatta per approfondire certi temi. Molto meglio farlo laddove è necessario e lasciare il bene dell’iniziativa a chi di dovere.
Come funzionano le tasse per le cripto?
Per il discorso criptovalute le tasse hanno una gestione piuttosto particolare. Una nuova notifica emersa dalla nota Agenzia delle Entrate, ha reso noto che i contribuenti avranno tempo fino alla fine del mese corrente, per poter inviare la loro apposita domanda di regolarizzazione in virtù delle cripto.
Ci si dovrà riferire alla PEC ufficiale dell’Agenzia, per poter spedire la documentazione necessaria alla chiusura di questa pratica. Si tratta a tutti gli effetti di un metodo di gestione molto efficace, che soprattutto in termini di tempistiche e procedimenti burocratici sarà davvero rapido.