Ciò che spaventa maggiormente gli italiani sono le cartelle esattoriali. Attenzione: non è detto che devi pagarle tutte.
Le cartelle esattoriali (o cartelle di pagamento) sono dei documenti emessi dagli enti di riscossione (Agenzia delle Entrate, INPS, Comuni, eccetera) che contengono i debiti accumulati dai cittadini.
Possono contenere diversi tipi di somme, come tasse, multe stradali, bollo auto e altro, che dovranno essere pagate a partire dalla notifica, ovvero dall’avviso di pagamento. Tra l’altro può capitare che alcune cartelle contengano una sintesi di tutti i debiti compresi anche quelli caduti in prescrizione. Questo succede perché non sono state cancellate e, per questo, risultano ancora valide. Scopriamo come verificare quali sono le cartelle ormai in prescrizione.
La legge di Bilancio 2023 ha stabilito che le cartelle esattoriali fino a 1.000 euro sono annullate in automatico, a cura dell’esattore e non dietro richiesta del contribuente. Si tratta del cosiddetto Stralcio e saldo delle cartelle esattoriali, una misura in vigore dal 2019 detta anche ‘strappa cartelle’, chiamata così per distinguerla dalla rottamazione. Questa ultima, infatti, non cancella tutto il debito ma solo gli interessi o le sanzioni per le cartelle superiori ai 1.000 euro.
Prima di pagare una cartella esattoriale il contribuente deve sapere che in questa deve essere indicata la motivazione del pagamento. Inoltre, la cartella deve anche contenere alcune informazioni relative alle imposte non pagate, come:
Invece, se un contribuente riceve un sollecito di pagamento significa che non ha pagato ciò che si doveva entro 60 giorni dalla notifica. All’interno di questa cartella si trovano oltre le indicazioni suddette anche il numero delle cartelle esattoriali non pagate e la data di notifica.
Comunque sia, il contribuente può fare un controllo delle cartelle esattoriali chiedendo un estratto conto online oppure allo sportello. In questo modo potrà capire quali sono andate in prescrizioni e quindi non sono più da pagare.
Se la cartella esattoriale riguarda l’Irpef e le relative addizionali regionali e comunali, il contribuente non deve pagare i debiti che si riferiscono a più di 10 anni. Il termine si conta a ritroso dal ricevimento della cartella stessa. Stesso discorso vale anche per il mancato pagamento dell’IVA e per l’imposta di bollo e registro.
Invece il termine di prescrizione è di 5 anni per i contributi previdenziali dovuti all’INPS e all’INAIL, le multe stradali, e sanzioni amministrative e per l’IMU (Imposta municipale unica) e TARI (imposta sui rifiuti).
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