Eccola qua: una vecchia truffa è tornata a circolare all’interno dei gruppi Facebook, e a quanto pare ora riesce di nuovo ad aggirare i filtri anti-spam di Meta.
Flora Palerma. Questo nome dirà di sicuro qualcosa a chi bazzica sui gruppi locali di Facebook da molti anni. Ha a che fare con una vecchia truffa finanziaria, che sembrava essere stata bloccata per sempre. Capita però, e anche abbastanza spesso, che i pericoli disinnescati tornino periodicamente a far danni.
Per riciclarsi, le vecchie truffe, mettono in atto qualche piccola variazione su tema, cercano di confondere il pubblico con un paio di differenze formali, cambiando appena il targer, e così ricominciano a diffondesi, senza che le grandi piattaforme online riescano ad arginarle.
Questa famosa truffa tira in ballo una ragazza licenziata da McDonald’s. Anni fa si presentava come Flora Palerma. Poi è diventata Lidia. Insomma, Flora-Lidia si sarebbe ritrovata in difficoltà economica ma avrebbe fatto poi fortuna coi bitcoin. Dalla miseria all’agiatezza, in due giorni. Tutto questo grazie a un meraviglioso algoritmo di auto investimento. Cliccando sul link abbinato al post si finisce in siti di phishing che propongono di investire cento, duecento o più euro che frutteranno migliaia di euro nel giro di due mesi grazie a degli speciali algoritmi.
Torna la vecchia truffa della ragazza licenziata da McDonald’s: come difendersi
La truffa è diffusa tramite gruppi Facebook, in particolare sui gruppi locali del tipo “Sei di (PAESE a caso) se…“. Spesso il messaggio viene adattato alla località del gruppo. I guadagni promessi sono i più disparati: si va dai 3.000 ai 30.000, sempre nel giro di due giorni!
Tutti i messaggi rimandano a un sito pieno di articoli fasulli a proposito di metodi di investimento rivoluzionari, nuovi milionari che investono in bitcoin e poveracci che sono diventati ricchi senza lavorare. Promesse di ricchezza, insomma.
Poi ci sono gli annunci: si propone al visitatore di investire 100 o più euro in bitcoin con la promessa di poterne guadagnare subito migliaia. Pur essendo un sito-truffa, Meta non riesce a bloccarlo con i suoi filtri.
Per proteggersi da truffe di questo tipo basta non cliccare sull’articolo o sul link. Se si è in dubbio, è consigliabile selezionare e copiare il testo dell’annuncio e cercarlo su Google. Lo si ritroverà su decine di altri siti, con pochi dettagli modificati. Cambieranno nomi, luoghi e importi. E questo dovrebbe confermare che si tratta di un tentativo di truffa a tappeto. Una truffa sciocca ma che riesce a ingannare parecchie persone.